Portici, manca un servizio adeguato di neuropsichiatria infantile: la denuncia

Il “Comitato mamme coraggiose Portici” insorge. Iolanda Meglio: "Violato il diritto alla salute, ed è ancora più grave perché riguarda i bambini!"

A Portici si sta verificando una situazione divenuta insostenibile per le mamme di bambini autistici o con problemi similari cha avrebbero bisogno di un supporto di neuropsichiatria infantile continuo. Presso l’Asl cittadina, infatti, questo servizio non è garantito e sta procurando danni e disagi ai piccoli utenti. Perché a questa problematica se ne sommano altre collaterali come la mancanza di piani terapeutici, primi accessi rimandati a date da destinarsi, documentazione per supporti scolastici che si presentano difficoltose da ottenere per non parlare delle liste di attesa lunghissime. Per iniziare un percorso presso i centri di terapia riferiscono di un’attesa di 2-3 anni circa.

Il consigliere comunale di Portici, Iolanda Meglio (M5S) che sta seguendo il caso assieme alle mamme che si sono unite nel “Comitato mamme coraggiose Portici” ha dichiarato: “ È stato violato il diritto alla salute, ed è ancora più grave perché riguarda i bambini! Oggi – ha poi aggiunto – secondo l’ASL, così come ha risposto alle denunce del consigliere regionale Gennaro Saiello, del garante regionale dei disabili Paolo Colombo, e dell’avv. Maria Caiafa, che ho coinvolti in questa crociata, la situazione sarebbe risolta, coprendo il servizio di neuropsichiatria per poche ore due volte la settimana. In attesa di un neuropsichiatra titolare!”.

Una soluzione forse non adeguata per una platea di 600 bambini circa ed a pagarne le conseguenze sono soprattutto loro con terapie interrotte, prime visite rimandate che non permettono di ottenere la diagnosi, GLO scolastici in cui manca proprio la figura specialistica indispensabile del neuropsichiatra!

Azzerato in questo modo anche il rapporto di continuità con lo specialista che permette di gestire anche i minimi cambiamenti nei piccoli pazienti e di adeguare di volta in volta la cura.

Le mamme però non si fermano e procederanno ancora con azioni mirate e denunce. Pronta anche una raccolta firme.

Simona Buonaura

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