“Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me”.
Maria Rosaria Boccia torna a fare sentire la sua voce, sempre via Instagram, a proposito dell’affaire che la vede protagonista, con Gennaro Sangiuliano, e attacca direttamente Giorgia Meloni, o almeno così sembrerebbe quando dice: “… il potere ha spinto il Ministro alle dimissioni per poi respingerle“.
Il post sul social media è accompagnato da una foto che la ritrae sorridente sulla soglia di uno degli ingressi di Montecitorio riservati agli ospiti esterni, come nel caso di conferenze stampa. La 41enne di Pompei, la donna del caso Sangiuliano, sintetizza in due parole il modo in cui è stata trattata: “Ricattata e umiliata“.
“La stampa – si legge nel post – mi ha definita in molti modi: influencer, accompagnatrice, sartina, “una che si vuole accreditare”, millantatrice, la Anna Delvey della politica italiana, aspirante collaboratrice, consolatrice, badante, e “un amore culturale”. Ma chi ha davvero fatto gossip: io, lui, o “l’altra persona”, sfruttando un momento strategico per il Paese?”
Boccia: “Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna”
Poi Maria Rosaria Boccia commenta la vicenda che la lega al ministro Sangiuliano definendo ulteriormente il suo pensiero e la sua verità: “Non sono io a esercitare ricatti o pressioni; altri hanno sfruttato con mentalità meschina una vicenda umana che sta avendo ripercussioni dolorose su di me. Sto difendendo la mia dignità e il mio modo di essere donna. Sono stata ingannata, ma non permetterò che la mia storia venga strumentalizzata dal cinismo, dall’arroganza e dal capriccio di un potere tirannico“.
“Il ricatto è di chi occupa palazzi del potere”
“Durante questa vicenda, ho inizialmente mantenuto il silenzio stampa per rispetto delle istituzioni. Ho scelto di parlare solo quando il vaso delle menzogne era ormai colmo, limitandomi a contestare le falsità per difendere la verità.
Oggi vengo accusata di essere una ricattatrice, ma in realtà non sono io ad aver creato il ricatto. Sono coloro che occupano i palazzi del potere ad esercitarlo. In questo contesto, il potere ha spinto il Ministro alle dimissioni per poi respingerle, all’interno di una strategia cinica volta a tenere in ostaggio la cultura italiana in un momento di visibilità internazionale.