Non sembra sbloccarsi la condizione di cassa integrazione degli operai Fiat di Pomigliano d’Arco.
A fine agosto è stata annunciata la pausa forzata dei lavoratori dello stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano per 5 giorni (26 agosto, 6, 13, 20 e 27 settembre). Una decisione che ha destato preoccupazioni, nonché la reazione immediata dei sindacati locali.
Nella giornata di oggi, il segretario generale della Cigl di Napoli Nicola Ricci ha sottolineato lo scarso supporto alla causa della classe politica regionale e nazionale: “Siamo arrabbiati per la vicenda Stellantis perché in Campania c’è un sistema produttivo che è in ginocchio. Meloni convochi un tavolo nazionale con l’amministratore delegato Tavares per discutere del futuro del sito di Pomigliano d’Arco e vorremmo che il presidente De Luca ci desse una mano in questo senso. Ormai si va avanti a cassa integrazione una settimana si e una no. Questa non è programmazione”.
I motivi della cassa integrazione
La cassa integrazione è stata indetta ad agosto, dopo il cambio di strategia produttiva di Stellantis: all’aumento delle Fiat Panda prodotte (da 305 a 395) è corrisposta la diminuzione delle Alfa Romeo Tonale (da 200 a 150). La Cigl ha definito quest’operazione un atto di “socializzazione delle perdite” e di “privatizzazione dei profitti”: “l’unico dato certo ed inconfutabile è il ricorso sistematico agli ammortizzatori sociali, nonostante sia aumentata l’efficienza con l’aumento di produzione del modello Panda”. A marzo Stellantis aveva annunciato l’esodo incentivato di 424 addetti dello stabilimento di Pomigliano: per i sindacati sono chiari segnali di un piano di dismissione industriale della sede.
Lo stabilimento Alfa Romeo di Pomigliano d’Arco, nasce nel 1972: nonostante lo stanziamento iniziale di 300 miliardi di lire provenienti dalla Cassa del Mezzogiorno, ne servirono appena 25 per la sua costruzione. Storicamente nota per la produzione di Alfa Romeo, al momento in fabbrica vengono costruiti modelli di Fiat Panda, Alfa Romeo Tonale e, dall’anno scorso, Dodge Hornet.
Roberto Calabrese