Stadio Guariglia di Agropoli, oggi era il giorno di Gelbison–Savoia la gara che entrambe le società aspettano con interesse per capire meglio le potenzialità delle rispettive squadre.
I cilentani vogliono riscattare il mezzo passo falso di Terracina dove hanno impattato per 1-1 contro un avversario imberbe con tanti classe 2000 in campo, oltre gli under da regolamento.
I bianchi chiedono conferma delle loro ambizioni, al cospetto di un avversario ben più strutturato dell’Atletico URI maltrattato domenica scorsa a Cardito.
Si è giocato per la seconda giornata del campionato Nazionale di Serie D, Girone G e il Savoia è la squadra ospite, mentre i cilentani della Gelbison sono i padroni di casa, ospiti a loro volta, causa i lavori di restyling del Giovanni Morra di Vallo della Lucania, casa naturale dei rossoblu.
La giornata, che è assolata ma non afosa, mette gli atleti nelle condizioni ideali per una prestazione agonistica. La temperatura al suolo è di 24° mitigata da una leggera brezza proveniente da nord ovest. Di gran pregio è la cornice della gara, rappresentata da circa 500 torresi e da altrettanti vallesi giunti sino ad Agropoli per portare sostegno alle rispettive compagini.
Mister Campilongo, deve rinunciare per l’ennesima volta a Mengoli ed ha anche un’altra assenza pesante, quella di Negro al centro dell’attacco ma non rinuncia al 4-3-3. Guifo Bogne, accompagnato da Orta si occupa della difesa, a centrocampo dirige il maestro Bezzon, tenori Sellaf e Russo. ll tridente d’attacco ritrova l’esperienza di Maniero in luogo di Negro che aveva ben figurato domenica scorsa.
Anche Nanu Galderisi non cambia lo schema e si affida al 4-2-3-1 con l’arcigno Viscomi al centro della difesa, la coppia Manzo – Bolognese mette ordine mentre Kosovan dirige le operazioni in zona offensiva coaidiuvato da Dambros e Coscia. Solo panchina per Croce.
Medesime ambizioni e la stessa voglia, quella di portare a casa l’intera posta in palio, ma ben diverso è il materiale umano a disposizione dei due trainer, che furono entrambi prolifici attaccanti nella precedente vita da calciatore.
Galderisi conta su una rosa di tutto rispetto, forse la migliore del girone, con nomi importanti per la categoria che hanno alle spalle tante battaglie, molte delle quali vittoriose. Una brigata di giovani talentuosi è la strada scelta dal Savoia per scalare le vette della classifica, anche perchè i pochi over sono infortunati cronici oppure in palese ritardo di forma e condizione.
Se dovessi inquadrare gli esterni di mister Campilongo in un corpo militare sceglierei certamente i frombolieri lusitani, non certo i corazzieri, anche perchè l’altezza minima per essere ammessi in questi ultimi è di 190 cm, misura ben distante da quelle esibite dagli esterni oplontini.
Questo è il motivo per cui il gioco dei cilentani, fatto di improvvise sciabolate dalle retrovie alla ricerca di avanti ben strutturati fisicamente, non è particolarmente raffinato ma sicuramente efficace.
Parte subito forte la Gelbison che cerca di spaventare l’avversario. Ci riesce benissimo Prado al minuto 6 timbrando il palo alla destra di D’Agostino. Si invola Kosovan sul quale esce Orta in chiusura, il cross dell’ucraino è leggermente arretrato ed inganna Guifo Bogne, ma non Prado; il brasiliano ex Botafogo e Corinthias da vero centravanti si avvita all’indietro e colpisce di giustezza ma non è fortunato, anche perchè dopo avere colpito il legno, cade prima di poter eseguire il tap vincente a un metro dalla linea.
Un minuto prima l’esordiente oplontino Marisei, schierato a sorpresa come estreno basso di sinistra per rimpolpare di centimetri la retroguardia oplontina, aveva sfiorato il gol di testa sugli sviluppi di una palla inattiva.
Le due squadre si affrontano sulla mediana attente a non concedere profondità all’avversario, riuscendo peraltro nell’intento. Occasioni con il contagocce ma tra poco in questa prima frazione si registreranno due episodi che incideranno, e non poco, sul risultato.
Minuto 19, Musella insegue un pallone molto lungo sulla fascia sinistra e lo recupera sulla linea di fondo sterzando in area, Karsenty, in ritardo sul cambio di direzione del savoiardo, non riesce a frenarsi e lo travolge ben al di qua della linea dell’area di rigore. Tra lo stupore generale il direttore di gara Aurisano di Campobasso, una direzione incommentabile la sua, lascia proseguire.
Siamo all’incirca a due terzi della prima frazione quando Bezzon mette in mezzo un pallone dalla sinistra da palla inattiva sulla quale Viscomi ed il portiere si inzuccano clamorosamente, la palla giunge a Cavallo che con un bel sinistro a mezz’altezza la mette in rete; anche in questo caso l’arbitro estrae dal cilindro una personalissima lettura dei fatti ed annulla il punto per fallo in attacco dei bianchi.
Anche nella ripresa il gioco è sul filo dell’equilibrio, ma sarà il risultato a cambiare al minuto 61 quando Onda interviene “energicamente“ su Axel dentro l’area spostati sulla linea di fondo. In questo caso la decisione dell’arbitro è di punire l’intervento con la massima punizione che Prado si incarica di trasformare. La conclusione del centravanti è pessima perchè colpisce terreno e pallone e D’Agostino ha intuito la traiettoria, ma la dea bendata restituisce al puntero quello che gli aveva sottratto in occasione del palo e la sfera si impenna tra le mani del portiere terminando la sua corsa al di la della linea bianca.
Come un pugille che ha accusato il colpo il Savoia potrebbe capitolare ancora dopo appena una manciata di secondi ma Kosovan di testa non inquadra il bersaglio da posizione più che favorevole.
Segue una mezz’oretta di “vorrei ma non posso” da parte del Savoia con Campilongo che inserisce Di Guida, Del Mondo e Paudice (classe 2008) per cercare di sparigliare le carte, ed in un paio di occasioni i bianchi ci vanno anche abbastanza vicini con Cavallo e Schiavi i cui tiri terminano a lato di un centimetro o vengono ribattuti con il corpo da un difensore a portiere battuto.
Il risultato però non cambierà sancendo la prima vittoria dell’anno per i rossoblu della Gelbison, oggi in maglia verde.
Il bene effimero del bel gioco non è un architrave del pensiero di Nanu Galderisi che ad horas era in cerca di punti prima che qualcuno iniziasse a minare la sua panchina. La missione è riuscita ma senza brillare e con l’aiuto malandrino della giacchetta nera che ha beneficiato la sua squadra in due occasioni e mezza.
Intendiamoci, la Gelbison era e resta uno squadrone completo in ogni reparto, con gente che in questa categoria fa la differenza ma l’impressione è che lo schema prescelto non ne valorizzi gli estri e le caratteristiche; in ogni caso il primo posto, sebbene affollato come un piccolo condominio, c’è. Per il resto ci sarà tempo e modo di fare meglio anche perchè, si sa, le vittorie mettono le ali ai piedi.
Il Savoia ha disputato una gara dignitosa e forse non avrebbe meritato di andare a casa con le pive nel sacco, ma il problema dei bianchi è che l’attacco è “stitico” perchè Maniero è clamorosamente in ritardo di condizione e non fa da sponda, nè trattiene un pallone che sia uno, mentre gli esterni non superano mai l’uomo per creare superiorità numerica. Il risultato è un onesto fraseggio con protagonisti Bezzon e Sellaf, più occasionali comprimari, che però non porta da nessuna parte.
Molti ragazzi, di cui qualcuno di gran valore ed altri che devono passare dalle piume alle penne; pochi “over” quasi nessuno decisivo.
Ottimo il cuoco, ma per un buon minestrone, oltre allo chef c’è bisogno di verdure fresche e di qualità. Se l’obiettivo è primeggiare la cosa riveste carattere di urgenza, se l’obiettivo è un campionato dignitoso il tempo a disposizione non manca.
Salvatore Curcio