Un’operazione condotta dai Carabinieri del Nucleo di Castello di Cisterna ha inflitto un duro colpo al clan Fabbrocino.
Si tratta di un’organizzazione criminale operante a Palma Campania e nelle aree circostanti. Su disposizione del gip del Tribunale di Napoli e su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (Dda), sono state emesse misure cautelari nei confronti di 13 persone, accusate a vario titolo di gravi reati.
Dei 13 indagati, 12 sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere, mentre un altro è stato obbligato a presentarsi alla polizia giudiziaria. Gli indagati sono accusati di far parte di un’associazione di tipo mafioso, oltre che di reati come estorsione, tentata estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, e trasferimento fraudolento di valori. Tutte queste accuse sono aggravate dall’obiettivo di agevolare gli interessi del clan Fabbrocino. Che da anni domina il territorio con metodi mafiosi e l’intimidazione.
Le indagini, coordinate dalla Ddda, hanno rivelato una serie di estorsioni a danno di imprenditori locali, costretti a pagare il pizzo per poter continuare a gestire le loro attività. L’organizzazione criminale si avvaleva della sua reputazione di violenza e controllo per ottenere denaro e potere. Minacciando coloro che si rifiutavano di piegarsi alle richieste. L’attività illecita permetteva al clan di mantenere una forte influenza sul territorio e di accumulare ingenti profitti.
Clan Fabbrocino, il sequestro delle società
Un ulteriore passo dell’operazione ha visto il sequestro preventivo di due società, considerate vicine al clan. Utilizzate per mascherare il trasferimento fraudolento di valori e riciclare il denaro ottenuto con le estorsioni. Queste attività economiche, seppur apparentemente legali, sarebbero state in realtà strumenti attraverso cui il clan consolidava il proprio potere economico e sociale.
Le misure cautelari emesse dal gip sono state disposte nell’ambito delle indagini preliminari. Quindi i destinatari delle stesse devono essere considerati presunti innocenti fino a una eventuale sentenza definitiva. L’operazione rappresenta un ulteriore passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata in Campania e un segnale chiaro che lo Stato non tollera alcuna forma di controllo mafioso sul territorio.