Da quando era stato rubato, Miriam aveva perso il sorriso. Il padre aveva lanciato un appello: “Non m’importa dell’oro, restituiteci Maui.”
Miriam, una bambina di dodici anni affetta da una grave malattia genetica, ha riabbracciato il suo cane, Maui, dopo giorni di angoscia. Avremmo mai immaginato che una rapina si sarebbe potuta trasformare in una vicenda dal forte impatto emotivo? Ne saremmo scettici, eppure questa vicenda ha toccato il cuore di milioni di italiani. Sabato scorso, alcuni ladri erano entrati nell’appartamento della famiglia di Miriam, ad Acerra, approfittando dell’assenza dei proprietari. Oltre a rubare denaro e oggetti preziosi, avevano portato via Maui, lo Spitz tedesco di famiglia, compagno inseparabile della piccola Miriam, costretta sulla sedia a rotelle.
Maui era forza e sorriso della piccola Miriam, finché non è scomparso
Se è vero che i cani sono i migliori amici dell’uomo, Maui era per la piccola il compagno che l’aveva accompagnata nei momenti difficili della sua giovane vita. E quando tornando a casa si è accorta della sua assenza, la ragazzina si è chiusa in sé stessa: rifiutava di mangiare, non voleva più andare a scuola, e il suo stato di salute stava peggiorando. Il padre di Miriam, disperato, aveva lanciato un appello sui social, chiedendo ai ladri di restituire almeno il cane, sottolineando come per la sua famiglia la refurtiva fosse irrilevante. L’unica cosa che davvero contava era la felicità della figlia.
“Non ci importa di ciò che ci hanno sottratto,” aveva dichiarato Rosario, il padre di Miriam. “Chiedo solo che Maui venga restituito. Lui è tutto il mondo di mia figlia e la sua assenza sta aggravando il suo stato di salute.”
Nella tarda serata di ieri, la chiamata inaspettata: “siamo ladri, ma siamo onesti”
A questo punto della storia, ci siamo ritrovati a puntare il dito, a etichettare i ladri come insensibili e privi di scrupoli, una reazione quasi automatica di fronte a gesti che ci colpiscono nella nostra sfera più intima. Ma è mentre stavamo scivolando nella nostra abitudine di giudicare senza esitazione, che il telefono di Rosario ha squillato. Dall’altro capo della linea, una voce con accento straniero ha annunciato che Maui era stato lasciato vicino al cancello della loro casa. “Siamo ladri, ma onesti,” avrebbero detto i criminali, giustificando il loro gesto con la volontà di non far soffrire ulteriormente la bambina. E così, in una notte di lacrime, ma stavolta di gioia, Miriam ha potuto riabbracciare il suo amato cane. “Si è mossa l’Italia per mia figlia,” ha raccontato Rosario, commosso. “Grazie di cuore a tutti, mia figlia sta piangendo dalla felicità.” Quella telefonata anonima è stata il gesto che ha ridato speranza a una famiglia, e soprattutto, serenità a una bambina che aveva trovato in Maui il suo rifugio e la sua forza.
Se si ritorna sui propri passi per amore, vive ancora la speranza nel mondo del crimine
Chi avrebbe detto che questa storia si sarebbe conclusa con un gesto di umanità? Eppure, ci ritroviamo ad apprezzare quanto anche tra le pieghe del crimine possa emergere una scintilla di compassione. Difronte all’angoscia della piccola, legata a Maui da nove anni, i ladri hanno risposto con la compassione. E se non tutti i ladri sono spinti solo da cattive intenzioni, forse qualcosa in loro può ancora essere recuperato. Forse il gesto di restituire Maui rappresenta per loro l’inizio di una riflessione più profonda, un’occasione per ripensare alle proprie scelte di vita. E chissà, magari un giorno, quei ladri lasceranno da parte il passamontagna e sceglieranno una strada diversa, guidati da quella stessa umanità che li ha spinti a fare un passo indietro. Un mondo idilliaco? Ci piace pensare che, invece, siamo più vicini alla realtà di quanto potessimo immaginare.
Sofia Comentale