Traffico di droga, ma anche detenzione ai fini di spaccio e associazione a delinquere, reati aggravati dalla finalità mafiosa. Di questo devono rispondere gli arrestati nel corso dell’operazione condotta dalle prime ore del mattino a Caivano.
In manette 50 uomini del clan Angelino-Gallo
I Carabinieri del nucleo investigativo di Castello di Cisterna hanno arrestato 50 persone in esecuzione di un’ordinanza cautelare emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) partenopea, rappresenta un colpo significativo alle attività del clan camorristico Angelino-Gallo.
In particolare, l’associazione in questione si sarebbe occupata dell’approvvigionamento all’ingrosso di vari tipi di droga ed avrebbe fissato i tempi, i luoghi, le modalità di trasporto, custodia e vendita degli stupefacenti per il rifornimento, in via quasi esclusiva, delle singole piazze di spaccio di Caivano e del Parco Verde.
Una rete di spaccio da 500mila euro al mese
Le indagini hanno rivelato una fitta rete di circa 25 piazze di spaccio gestite dal clan su tutto il territorio comunale. I capi sarebbero stati autorizzati a svolgere le proprie illecite attività con obbligo di rifornirsi dal sodalizio criminale, che avrebbe imposto i prezzi di ogni tipo di sostanza da commerciare. Il giro d’affari ricostruito ammonterebbe a circa 500 mila euro mensili.
L’attività di indagine si inserisce in un quadro investigativo più ampio che, nel corso dell’ultimo anno, ha già portato a numerosi arresti nel comune di Caivano.
“Questa operazione dimostra ancora una volta la nostra determinazione a contrastare il fenomeno della criminalità organizzata”, ha dichiarato un portavoce della DDA. “Il clan Angelino-Gallo aveva radicato profondamente le sue attività illecite sul territorio, ma la risposta delle forze dell’ordine è stata decisa e incisiva”.
In 49 sono finiti dietro le sbarre
Dei 50 indagati, 49 sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere, mentre uno agli arresti domiciliari. Le operazioni di arresto sono state coordinate con precisione, coinvolgendo un ingente dispiegamento di forze dell’ordine per garantire la sicurezza e l’efficacia degli interventi.
L’inchiesta ha messo in luce non solo la gestione capillare delle piazze di spaccio, ma anche la struttura organizzativa del clan, evidenziando come il traffico di stupefacenti rappresenti una delle principali fonti di finanziamento delle attività criminali della camorra. Le piazze di spaccio identificate durante le indagini rappresentavano un punto di riferimento per numerosi acquirenti, alimentando un mercato illecito estremamente redditizio per il clan.