Il PD si divide sul terzo mandato di De Luca tra pressioni, accuse e giochi di potere. Il centrodestra si fa strada fra le spaccature.
Il Pd in Campania è in subbuglio, e la questione del terzo mandato di Vincenzo De Luca ha raggiunto il suo apice di tensione. La segretaria nazionale del Pd, Elly Schlein, ha ribadito con fermezza il “no” al terzo mandato per il governatore, ma i “fedeli” di De Luca non sembrano intenzionati a cedere.
Lega, Zinzi: “Questa rottura sembra un bluff”
Un primo colpo è stato sferrato sabato 2 novembre dai sostenitori del governatore in commissione, dove Erasmo Mortaruolo, unico presente del Pd, ha votato per il terzo mandato, smentendo la propria segreteria nazionale. Altri esponenti del partito si sono astenuti, evidentemente in difficoltà. “La rottura insanabile di queste ore tra il PD e De Luca sembra in realtà un bluff”, rincara il deputato campano e coordinatore regionale della Lega, Gianpiero Zinzi. “ll Pd campano voterà il terzo mandato e si piegherà ad una soglia di sbarramento tanto bassa da tutelare i capibastone di De Luca. Un altro capolavoro della Schlein”. La resa dei conti avverrà domani con una forte pressione da Roma: Schlein non molla e continua il pressing sui consiglieri regionali campani.
Severino Nappi: “La Schlein non ha il controllo del suo partito. Farebbe bene a dimettersi”
Ma qui non si discute solo del terzo mandato. C’è anche il congresso regionale in sospeso e il commissariamento del Pd campano per presunti tesseramenti irregolari, in particolare a Caserta. Ora, proprio i deluchiani chiedono la certificazione del tesseramento del 2023 per superare l’impasse e andare al congresso, interrompendo il commissariamento guidato da Sussana Camusso. Sarà astuta la mossa del partito vicina a De Luca, che vede nel congresso una via per indebolire l’influenza del Nazareno e recuperare autonomia?
Prima di ottenere risposta, Severino Nappi, capogruppo della Lega nel Consiglio regionale della Campania, dice la sua: “Chissà quali colori suggerirà oggi l’armocromista di fiducia alla Schlein dopo la figuraccia con De Luca. Per passare dal veto alla resa sono bastate 48 ore. È vero che la politica è diventata liquida, ma qui siamo all’incontinenza. Quel che è certo è che la Schlein ha dimostrato di non avere il controllo del suo partito in Campania. Dunque – e conclude – farebbe bene a dimettersi o, da questo momento, almeno eviti i proclami e riconosca che a casa sua, nel Pd, comanda De Luca”.
Il centrodestra: “Nel giorno dei defunti, abbiamo assistito alla morte della democrazia”
Il clima tra i consiglieri regionali del Pd è quindi insostenibile. Sabato, in una videochiamata tra il Nazareno e i consiglieri campani, Igor Taruffi, stretto collaboratore di Schlein, ha ribadito il “no” deciso della segreteria nazionale al terzo mandato. Nonostante il documento politico approvato dall’area del governatore, che cerca di rassicurare che il voto non significhi automaticamente una candidatura di De Luca, il Nazareno ha chiesto che venga chiarito che ogni decisione finale dovrà essere condivisa con gli organismi nazionali e la coalizione.
Una mossa che vuole certo tenere aperto il dialogo, ma che potrebbe non bastare. Il Pd si trova sul filo del rasoio, con il rischio concreto di una spaccatura tra i fedelissimi di Schlein e i sostenitori di De Luca, dal quale il centrodestra non si è astenuto dal commentare con una nota congiunta: “Questa maggioranza ha scelto di calpestare non solo le regole della politica, ma anche la democrazia stessa e qualsiasi tentativo di dialogo messo in campo dalle opposizioni. Ci opporremo in Aula e daremo battaglia dentro e fuori dal Consiglio perché i cittadini campani sappiano che ci troviamo di fronte a un comitato di potere”. Il Pd ha scelto di incassare senza controbattere, a questo punto lacerato.
Diego Venanzoni: “De Luca è indispensabile per il Sud”
Anche tra i fedeli di De Luca, c’è chi non nasconde la propria insoddisfazione per la linea di Schlein. Diego Venanzoni, ex Pd e attualmente sostenitore del governatore, non ha esitato a definire De Luca “indispensabile” per il Sud – in quanto unico condottiero nella battaglia contro l’autonomia differenziata – e a criticare Schlein per voler “eliminare politicamente” una figura centrale per la Campania. “Schlein vuole davvero perdere la Campania? Rischia di consegnare il governo regionale al centrodestra”, ha dichiarato.
Le spaccatura Pd tutta in favore al centrodestra
Sul fronte opposto, il centrodestra osserva con soddisfazione queste tensioni, nell’attesa di prendere il sopravvento. L’eurodeputato di Forza Italia, Fulvio Martusciello, lancia una previsione a breve termine: “De Luca rappresenterà il terzo polo. Quando i consiglieri capiranno che candidandosi con lui non verranno eletti, ci sarà il fuggi fuggi”.
Il consigliere regionale della Lega Aurelio Tommasetti, interviene invece senza mezzi termini: “Schlein e il Pd in Campania sono ostaggi di De Luca”. Insomma, tra chi del centrodestra assiste silente alla situazione prevedendo una frattura nel Pd che potrebbe aprire la strada alla loro coalizione, c’è anche chi fra loro non si risparmia dal definire la politica di De Luca come “una porcheria senza precedenti”: testuali parole del senatore di Fratelli d’Italia, Antonio Iannone.
Domani, il voto che può cambiare gli equilibri regionali
Se “le regole del gioco vengono piegate alla convenienza del momento di De Luca”, come dice il senatore Iannone, si vedrà domani con il voto decisivo. Anche se Schlein ha chiarito che non ci saranno sanzioni per chi voterà a favore del terzo mandato, i consiglieri Pd in Campania sono sotto forte pressione. Dopotutto il messaggio politico è evidente: la segreteria nazionale non intende fare concessioni a De Luca. La possibilità che il Pd si spinga verso una rottura interna resta per cui concreta.
Ahimè, la Campania è a un bivio: domani il voto potrebbe cambiare radicalmente gli equilibri all’interno del partito, determinando non solo il futuro politico di De Luca, ma anche la forza della leadership di Schlein nel partito campano e oltre. Staremo a vedere.
Sofia Comentale