Savoia non pervenuto. I bianchi crollano contro l’Olbia. A Cercola finisce 1-3 per gli isolani

Undicesima giornata del girone G di Serie D. Il Savoia gioca ancora a Cercola per scontare la seconda delle tre giornate di squalifica del campo inflitte dal Giudice Sportivo post Cassino, la gara viene anche disputata a porte chiuse così come accadrà sino al 15 dicembre quando, scontata la squalifica, si giocherà di nuovo allo stadio Papa di Cardito per la sfida contro la Sarnese.

Giornata assolata e tiepida, ventilazione inapprezzabile, terreno di gioco dello stadio Piccolo in condizioni perfette, dirige l’incontro il sig.  Marinoni della sezione di Lodi.

L’avversario di oggi è l’Olbia penultimo in classifica con appena tre punti raccolti in 10 gare, frutto di tre pareggi,  con lo zero alla colonna vittorie, peggior attacco del girone con 7 reti all’attivo e seconda peggior difesa con 18 marcature subìte;  eppure la  squadra, al di là dei modesti risultati ottenuti sino ad oggi, non ha mai completamente sfigurato nelle partite sin qui disputate, peccando molte volte di inesperienza e buttando al vento parecchi risultati che parevano acquisiti.

Il Savoia è reduce dal disastroso secondo tempo di  Roma, versione Trastevere, che ha lasciato ampi strascichi di polemiche e seminato grosse incertezze sulla tenuta esterna della squadra, ma tra le mura amiche è un rullo compressore avendo raccolto 18 punti su diciotto disponibili, regolando squadre del calibro di Guidonia e Paganese.

Mister Campilongo deve fare a meno di Negro e Bitonto ma ritrova Russo ed il franco algerino Sellaf e modifica il classico 3-5-2 in un 3-4-2-1 con lo stesso Sellaf e Bezzon avanzati a supportare la punta Maniero. In difesa Crivellini subentra ad Orta per la regola degli under.

Sul fronte opposto mister Gatti, alla sua prima panchina e già dimissionario, si sistema con il classico 4-4-2, centrocampo affidato alla sapiente regia dello scarsicrinito La Rosa, in attacco il possente Furtado è affiancato dal veloce Pasquale Costanzo, a centrocampo la vivacità di De Grazia serve da collante tra i reparti.

Il Savoia prende l’iniziativa e parte con una manovra avvolgente finalizzata ad imbucare palloni per i due trequartisti ma i piani biancoscudati vengono immediatamente guastati dal primo episodio negativo che non sarà l’unico del difficile pomeriggio per i calciatori in maglia bianca.

Minuto 11, Costanzo sfrutta le titubanze del braccetto destro Crivellini ed entra in area dalla sinistra, sterza per liberare il destro ma viene steso da un maldestro tentativo del giovane difensore. Rigore ineccepibile che viene freddamente trasformato dallo stesso attaccante con un rasoterra angolato alla destra di D’Agostino, assolutamente spiazzato dalla conclusione.

Il Savoia, ferito dalla marcatura ospite, non resta a guardare e si riversa in avanti alla ricerca del pari ma non riesce a trovare spazi utili perchè la manovra, orfana della regìa di Bezzon che gioca 20 metri più avanti, risulta lenta, imprecisa e prevedibile.

Solo su palla inattiva i padroni di casa vanno vicinissimi al pari al 16’  con Bogne gira di testa verso la porta sarda ma il pallone arcuato, fuori dalla portata del portiere, tocca il palo esterno alla destra di quest’ultimo perdendosi sul fondo.

Gli ospiti però hanno preso coraggio ed hanno di fronte un avversario messo male in campo, molle nelle gambe e assolutamente vulnerabile in alcuni elementi oggettivamente al di sotto del livello minimo richiesto per la categoria.

Anche l’infortunio di Costanzo, sostituito da Caggiu a metà del tempo, non blocca le iniziative dei sardi che al 30 raddoppiano con Furtado che, servito in area proprio da un bellissimo filtrante di Caggiu, si gira con eleganza, manda al bar due difensori con un dribbling stretto, e fulmina D’Agostino con un mancino ravvicinato. E’ notte fonda per il Savoia che non si riprenderà più dal micidiale uno due e capitolerà ancora una volta al minuto 41.

Furtado prende palla sulla trequarti destra dopo un evdiente fallo ai danni di Sellaf, non rilevato dall’arbitro, si accentra e lascia partire un micidiale sinistro terra aria che sorprende un rivedibile D’Agostino sul primo palo.

I bianchi sono rintronati e non servono a nulla le variazioni tattiche apportate da Sasà Campilongo che ridisegna la squadra con un più  offensivo 4-3-3 inserendo Fiasco e Cavallo per Crivellini e Russo, infortunatosi nuovamente.

Nonostante le avverse condizioni i bianchi trovano la forza di accorciare le distanze a tempo scaduto con un rigore concesso dal direttore di gara per un calcione ai danni di Bogne che aveva tentato la conclusione verso la porta, manco a dirlo, su azione da palla ferma.

Maniero si incarica della battuta e gonfia la rete con un potente tiro a mezz’altezza alla destra di Di Chiara che si era tuffato dall’altro lato.

Ripresa come da copione: Savoia arrembante ed aggressivo ma poco lucido ed Olbia arroccato a difesa del rassicurante doppio vantaggio.

I bianchi si schierano con il 4-2-4 con Paudice al posto di Sellaf ma sono poco pronti a sfruttare le occasioni create che saranno almeno quattro. Troppe le incertezze degli avanti oplontini che sono poco precisi o esitanti, come Fiasco al 60’ che a tu per tu con Di Chiara tentenna e si fa rimontare da Arboleda o Maniero che al 66’ in acrobazia ed al 69’ di testa sfiora la rete di un soffio. Stessa sorte per Paudice che, nei minuti finali, si libera bene sulla sinistra ma si fa rimontare ingenuamente al momento di battere verso la rete.

Il risultato finale non fa una piega ed i sardi possono festeggiare la prima vittoria del loro campionato che sarà comunque di grande sofferenza ma appare meno proibitivo rispetto a prima e chissà che questa vittoria non possa rappresentare un punto di svolta.

Diverso il discorso per il Savoia che nelle intenzioni della dirigenza ha ambizioni di vertice ma sta mostrando delle lacune a dir poco sconcertanti.

Pur al netto di una rosa corta ed assenze importanti i bianchi, dopo la bella vittoria contro la Paganese, sembrano in riserva di energie mentali e fisiche e commettono errori clamorosi che costano punti pesantissimi. Così a Cassino, come contro il Trastevere ed oggi ma, se a Cassino e nel primo tempo di Roma la prestazione era stata in chiaroscuro con lati negativi da rettificare e con spunti positivi da valorizzare, la prestazione odierna è stata miserrima sotto ogni profilo e un cambio di rotta è necessario.

Salvatore Curcio

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