Sant'Antonio Abate, il

Crolla l’impero della famiglia Polese, simbolo dello sfarzo, di feste e inchieste per oltre 40 anni. Come 40 sono state le migliaia di metri quadrati della struttura con 50 stanze in stile veneziano, piscine, cascate, rocce e perfino l’eliporto. Ma dietro questa lunga storia celebrata (e seguitissima) in tv, si nasconde l’ombra del complesso luogo dei matrimoni di boss della camorra e delle inchieste sugli affari del fondatore, don Antonio Polese, e dei suoi rapporti (presunti o confermati) con personaggi di spicco della malavita. Nonostante le luci puntate sul festival della canzone napoletana, trasmesso anche dalla Rai, e ospiti illustri del cinema e del calcio come Diego Armando Maradona, arriva la notizia della chiusura, con sgombero e cessazione delle attività alberghiere e di ristorazione entro la fine del prossimo dicembre, come stabilito dalle recenti disposizioni comunali.

Si conclude un iter giudiziario lungo oltre un decennio

Sant'Antonio Abate, il "Castello delle Cerimonie" chiuderà ufficialmente entro la fine del 2024. Stop ai matrimoni

La vicenda ha radici profonde che affondano in una lunga battaglia legale. Il verdetto finale è arrivato lo scorso febbraio, quando la Corte di Cassazione ha reso irrevocabile la sentenza di confisca per lottizzazione abusiva: la conclusione di un iter giudiziario iniziato oltre un decennio fa, che ha portato alla definitiva acquisizione del complesso da parte del Comune di Sant’Antonio Abate. Attualmente, la famiglia Polese, che gestisce ancora la struttura, versa un’indennità di occupazione di 30.000 euro al Comune. Ma con la sentenza che ha accertato le irregolarità urbanistiche, è venuto meno il presupposto per il mantenimento delle licenze commerciali. Gli ex gestori avranno 15 giorni di tempo per presentare eventuali controdeduzioni, dopodiché si procederà con la pianificazione delle prossime fasi in collaborazione con la Procura e la Prefettura.

Le parole del Sindaco Ilaria Abagnale

“In vista della completa acquisizione a patrimonio del Comune del complesso immobiliare denominato “Grand Hotel La Sonrisa”, in seguito al verdetto irrevocabile della sentenza emessa lo scorso febbraio dalla Corte di Cassazione, gli uffici comunali hanno comunicato alle società interessate l’avvio delle procedure per la revoca delle licenze che porteranno alla cessazione delle attività alberghiera e di ristorazione che avverrà entro fine dicembre 2024”, ha dichiarato Ilaria Abagnale, sindaco di Sant’Antonio Abate, con in mano l’atto di indirizzo formalizzato dalla sua Giunta Comunale.

Il futuro del complesso

Le aree del “Castello delle Cerimonie” saranno progressivamente integrate nel patrimonio pubblico, con l’obiettivo di definire il loro nuovo utilizzo a beneficio della comunità abatese. Sono in corso consultazioni tra Consiglio Comunale e Giunta per individuare la destinazione migliore per questa storica struttura, mantenendo un dialogo costante con Prefettura e Procura Generale di Napoli, con le quali sarà stabilito un cronoprogramma per le ulteriori fasi, al fine di arrivare in breve tempo alla completa acquisizione del bene a patrimonio comunale. “La nostra amministrazione – conclude la Sindaca Abagnale – continuerà a operare con la massima trasparenza, comunicando ogni passo successivo di questo percorso”.

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Nel frattempo che le Istituzioni lavorano per garantire che la storia e il patrimonio di Sant’Antonio Abate vengano valorizzati in modo legittimo e condiviso, centinaia sono i sogni spezzati di novelli sposi che ancora credevano che il Castello fosse il posto giusto. Ma se le prenotazioni sono arrivate fino al 2026, è perché la speranza nel matrimonio era rimasta alla sola famiglia Polese che, a conti fatti, non è ancora pronta ad uscire dalla ribalta di Real Time. I produttori, privati della sfarzosità del Grand Hotel, potrebbero difatti decidere di chiudere definitivamente l’omonimo show e, di conseguenza, spegnere le luci sull’intera famiglia. Una volta per tutte.

Filippo Raiola

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