Questa mattina, è stata rimossa da Piazza Municipio la controversa opera dell’artista Gaetano Pesce. L’installazione, per le settimane in cui ha fatto bella ed imponente mostra di sè, ha carpito le attenzioni di milioni di persone. Per settimane, a Napoli non si è fatto altro che parlare del “Pulcinella”.
L’opera, subito dopo l’istallazione e non solo, ha suscitato molta ilarità e talvolta sdegno. La sua particolare forma, molto simile ad un fallo, l’ha resa, nel corso della sua permanenza al cospetto del Palazzo di Città, spesso oggetto di scherno, ma anche dell’attenzione dei tanti cittadini e turisti che stanno affollando in questi ultimi mesi il capoluogo campano.
Pesce, in ogni caso, è riuscito a far parlare per settimane di arte. Milioni di persone si sono fotografate sotto la sua opera, numerosi i gadget ad essa dedicata, addirittura gusti di gelato e cover per cellulari, e, a ben pensarci, è stata una grandissima mossa di “marketing” proprio per l’arte in genere.
“L’arte deve far discutere” aveva sottolineato il sindaco Gaetano Manfredi, e il risultato è sicuramente riuscito. Da questo punto di vista, Gaetano Pesce ha vinto pienamente, è riuscito a mettere l’arte al centro dei dibattiti dell’opinione pubblica, che è un qualcosa di cui spesso, purtroppo, non si parla, cosa ancora più grave se sei in Italia, culla dell’Arte per antonomasia.
L’opera, di cui già era prevista la rimozione ma tra qualche giorno, il 19 dicembre, è stata, nelle ultime settimane, anche al centro di una particolare polemica, con l’accusata di essere un simbolo del patriarcato.
La scorsa settimana, dell’artista e attivista milanese Cristina Donati Meyer aveva installato nei pressi del “Pulcinella”, una sua opera, “La grande bellezza”. La sua scultura, rappresentante una vagina, era stata istallata proprio per protestare contro l’opera di Pesce, ma rimossa poche ore dopo.
Per la rimozione anticipata, sia pure di pochi giorni, dell’opera, è stata decisiva la protesta di oltre 200 cittadini, i quali ne hanno chiesto la rimozione immediata. “Il Pulcinella di Gaetano Pesce ha un carattere sfacciatamente fallico. È simbolo della dittatura patriarcale. Ne chiediamo l’immediata rimozione e chiediamo anche che si costituisca una consulta comunale femminile sulle scelte culturali e sociali della città di Napoli, di fronte al materializzarsi di scelte malfatte tipicamente maschili e sessiste che comunque impongono costi per la comunità fatta di donne e di uomini”, così in una lettera un comitato cittadini ha chiesto la rimozione immediata del Pulcinella.
Nuova sede temporanea invece per “La freccia nel cuore”, l’altra opera di Gaetano Pesce, che componeva l’installazione di arte pubblica, composta da due sculture, “Tu si ‘na cosa grande”. Rimossa assieme al “Pulcinella, “La freccia nel cuore” è stata realizzata da Luca Bertozzi su disegno del maestro Pesce e rappresenta due cuori rossi, alti 5 metri, illuminati internamente e trafitti da una freccia metallica che li sostiene. L’opera che è di proprietà del Comune di Napoli, da domani sarà collocata temporaneamente nel cortile del Castel Nuovo, sede del Museo civico della città.
Al momento non ci sono indiscrezioni su quale opera prenderà il posto di “Tu si ‘na cosa grande” a Piazza Municipio. Si pensa ad un ritorno, nei primi mesi del 2025, della Venere degli Stracci, ma quello che sembra più probabile è che una nuova opera sarà installata in primavera. Chissà se riscuoterà il successo, l’attenzione e le polemiche della precedente.
Michele Mercurio