In una plumbea giornata di inizio anno il Savoia si ritrova ad affrontare, in un solo colpo la Gelbison, squadra più in forma del campionato, ed i propri fantasmi nati dalle incomprensibili prestazioni svolte fuori casa. Alla vigilia le preoccupazioni del tecnico vesuviano Fabiano sono equamente divise tra l’una e gli altri perchè, anche se forti, gli avversari giocano pur sempre in undici, mentre ai propri fantasmi può risultare difficile mettere la mordacchia.
Il Savoia ha un ruolino di marcia altalenante: tanto incontenibile tra le mura amiche quanto pappamolla in trasferta. In casa gli oplontini hanno raccolto ben 19 dei 24 punti totali, concedendone agli avversari solo 5, ma questo avvenne quando i bianchi furono forzatamente esiliati per ben tre gare sul neutro di Cercola dopo i fatti di Cassino. A Cardito la legge del Papa non prevede sentenze di appello i punti sono 15 su 15 !
Ben altro il cammino degli avversari: incerti come un pulcino appena uscito dall’uovo nelle prime nove giornate di campionato, schiacciasassi per le restanti nove. La resurrezione avvenne alla fine di ottobre quando la dirigenza di Vallo della Lucania decise di esonerare Galderisi in favore di Giampà che da calciatore fu un esterno veloce e funambolo, ma da allenatore è tetragono tanto quanto la fortezza di Masada. Preferisce schierare i suoi con il 3-4-3 e la forma fisica è uno dei punti cardine del credo calcistico del trainer catanzarese perchè i suoi vanno a prendere gli avversari molto alti in una sorta di singolar tenzone.
Si pensi che nelle ultime nove i cilentani hanno arraffato punti a destra e a manca frutto di sette vittorie e due pareggi; la bellezza di 23 punti sui 27 in gioco. L’onore delle armi concesso solo a squadroni del calibro di Cassino e Paganese. Per ritrovare i rossoblu con le pive nel sacco bisogna ritornare ai tempi di Romolo e Remo, era il 27 ottobre dell’anno scorso.
Con queste premesse è chiaro che per vedere Golia stramazzare al suolo, il sasso di Davide dovrà essere scagliato con forza e precisione perchè il divario di forze in campo (e soprattutto in panca) è di quelli che fanno tremare i polsi.
Nonostante la differenza di rango gli oplontini ci provano. Lo schieramento tattico è lo stesso quasi da inizio stagione, un 3-5-2 non troppo offensivo, dove gli esterni non attaccano la profondità ma restano in zona a supporto della mediana. Difatti il bottino di reti dei blancos è misero, solo 17 segnature, che ne fanno il terzo peggiore attacco del torneo, ma quest’oggi rientrano dalla squalifica Bogne e Sellaf, Negro è tra gli arruolabili ed il reparto under è stato potenziato in settimana con 4 innesti di qualità.
La gara sarà condizionata, nel suo svolgimento da un forte vento da nord-est che falsa le traiettorie e le accorcia o allunga con volubile capriccio.
La gara non sarà una di quelle con forti emozioni perchè le squadre si affrontano con cautela e gli schieramenti risultano ben bloccati in fase difensiva. I bianchi giocano stanno bene attenti a non concedere ripartenze al letale tridente offensivo dei cilentani, nel quale il brasiliano Dambros va a segno da quattro gare consecutive, mentre i vallesi stazionano sornioni nella propria trequarti in attesa di piazzare il colpo decisivo.
L’equilibrio regna sovrano per quasi tutta la prima frazione di gioco ed i portieri restano inoperosi, ma la gara si sblocca proprio allo scadere del tempo quando i rossoblu trovano il guizzo vincente proprio con Dambros. Palla persa banalmente da Guifo in uscita che regala una rimessa laterale sulla destra dei cilentani, Salzano sventaglia rapidamente sul fronte opposto verso Kosovan al quale Quirino concede sciaguratamente il mancino, il fantasista piazza un cross insidioso sul quale si allacciano lo stesso Guifo e Prado, la palla schizza verso la lunetta proprio sui piedi del numero sette Dambros che un passo entro l’area si coordina e lascia partire un bolide che si insacca violento sotto la traversa senza lasciare scampo a D’Agostino. Sono nove timbri in campionato per il brasiliano che si sta rivelando l’arma letale di questa squadra.
Nella ripresa il Savoia vorrebbe sovvertire l’andamento sfavorevole ma gli oplontini perdono ben presto le distanze tra i reparti e si sfilacciano in campo allungando lo schieramento. Negli spazi che si creano la maggiore qualità della Gelbison fa la differenza. I rossoblu, forti del vantaggio, gestiscono la gara con grande esperienza tenendo i bianchi sempre lontani dalla propria metà campo, hanno quasi sempre il controllo del pallone e, pur senza mai tirare verso la porta avversaria, la fanno da padroni.
I bianchi sono in confusione e non riescono ad accennare la benchè minima reazione, anzi si intestardiscono in un inutile quanto pericoloso possesso basso, dal quale non riescono mai ad uscire perdendo regolarmente palla al primo tentativo di verticalizzazione. Nessuno possiede il carisma e la leadership per condurre il gioco, gli esterni sono nulli, e alcuni centrocampisti come La Monica e Sellaf passeggiano per il campo, cosicché le punte non ricevono un solo pallone giocabile. Con il passare dei minuti lo scoramento della truppa di Fabiano appare evidente, non riuscendo i savoiardi nemmeno a buttare la palla lunga avanti alla speranza di un evento fortunato.
La logica conclusione è la resa senza condizioni ed una sconfitta che fa male, non tanto per il punteggio e la classficia, ma perchè giunta al termine di un secondo tempo praticamente mai giocato dove i fantasmi delle precedenti scialbe prestazioni tornano ad agitarsi prepotentemente.
Compito dell’esperto mister Fabiano sarà di lavorare sul morale della squadra che, contrariamente al passato, è apparsa priva della vis pugnandi che in categorie come questa può consentire di fare risultato anche al cospetto di formazioni meglio allestite.
Tutt’altra situazione per la Gelbison che porta a casa 3 punti pesantissimi ed aggancia il Cassino in testa alla classifica a quota 38 punti e domenica affronterà in casa la sempre ostica Sarnese oggi vittoriosa a Terracina.
Salvatore Curcio