Sesso e minacce a scuola: arrestata per violenza sessuale su minori la docente aggredita a Castellammare di Stabia

La professoressa Veronica Sposito, in servizio presso la scuola Catello Salvati a Scanzano è gravemente indiziata dei reati di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne

Violenza sessuale su minorenne: finisce in carcere la professoressa di sostegno della scuola “2 Panzini” di Castellammare di Stabia, plesso Catello Salvati che fu aggredita a Castellammare di Stabia lo scorso novembre da alcuni genitori dell’istituto dopo aver ascoltato i racconti di alcuni dei loro figli.

Dalla rabbia si passò all’aggressione fisica, messa in atto da una trentina di persone che fecero irruzione nella scuola e picchiarono a docente. Un’aggressione violenta che vide coinvolto anche il padre della docente, intervenuto per difendere la figlia dalla furia dei genitori, tutti residenti nel difficile rione Scanzano di Castellammare.

La docente picchiata da trenta genitori è ora indagata. La Procura: “E’ un atto dovuto”A seguito dell’episodio, alla riapertura dell’istituto il lunedì seguente, fu disposta la presenza di una pattuglia dei Carabinieri all’ingresso della scuola per prevenire possibili nuove aggressioni. Al rientro, all’esterno dell’istituto, campeggiava uno striscione con la scritta: “Tutela per i nostri figli, solidarietà alle mamme“.

In manette questa mattina la prof 37enne Veronica Sposito

Stamattina, a distanza di due mesi, i Carabinieri della Compagnia di Castellammare di Stabia, in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip del Tribunale di Torre Annunziata, su richiesta della Procura oplontina, hanno proceduto all’arresto di Veronica Sposito, la professoressa 40enne in servizio presso la scuola stabiese, in quanto gravemente indiziata dei reati di maltrattamenti, violenza sessuale, induzione al compimento di atti sessuali e corruzione di minorenne, commessi in danno di alcuni studenti – tutti minori di 14 anni – della scuola media presso la quale prestava servizio.

Nella nota a firma del procuratore Nunzio Fragliasso si legge che la vicenda trae origine dall’aggressione verificatasi il 14 novembre scorso ai danni di un’insegnante ad opera dei genitori di alcuni alunni che frequentano l’Istituto Salvati, per effetto della quale la docente e il genitore della stessa riportavano lesioni personali. Le indagini effettuate a seguito delle denunce sporte da alcuni dei genitori autori dell’aggressione, hanno permesso di ricostruire l’intera vicenda.

Reiterate condotte di carattere sessualizzante a partire dall’ottobre 2023

Sulla scorta di articolate e minuziose indagini, espletate sia dai Carabinieri che direttamente dalla Procura, che si sono giovate della audizione, in forma protetta, dei 6 minori direttamente coinvolti, dell’analisi dei file audio estratti dal telefono cellulare degli stessi e della docente, è emerso che la 40enne, a partire dal mese di ottobre 2023, insegnante di sostegno di uno dei minori coinvolti, alla quale di fatto venivano affidati anche gli altri alunni, avrebbe sottoposto gli stessi a reiterate condotte di carattere sessualizzante, portandoli durante l’orario scolastico (con la scusa di impartire ripetizioni) in un’aula riservata della scuola, da lei stessa soprannominata “la saletta“.

In questa aula avrebbe ripetutamente mostrato loro del materiale video pornografico, intavolato continui discorsi di natura sessualmente esplicita (fatti di riferimenti a proprie esperienze “in materia” o di indicazioni su come e dove toccarsi o toccare, anche in parti intime, i partner), invogliato alcuni di loro a scambiarsi effusioni sessuali, arrivando anche ad abusare sessualmente di uno di tali studenti, praticandogli in prima persona un rapporto orale.

La docente avrebbe poi anche minacciato gli alunni che temevano bocciature o segnalazioni in caso di rifiuto. Solo grazie alla sospensione di uno studente, le vittime hanno trovato il coraggio di rivelare quanto accaduto ai genitori, supportando le loro affermazioni con messaggi scambiati su Instagram WhatsApp.

Il telefono della docente è stato dunque sequestrato. All’interno sono stati trovati messaggi vocali e materiale pornografico, come raccontato dalle vittime. La professoressa ora è detenuta nel carcere femminile di Benevento.

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