Le indagini dei carabinieri di Napoli che hanno portato all’emissione di 4 misure cautelari nei confronti di affiliati di spicco del clan di Antonio Angelino sono partite dall’aggressione a ex un consigliere comunale di Caivano, Arcangelo Della Rocca, colpito con un pugno in faccia a settembre 2021, sotto casa sua.
Due degli indagati, Michele e Aniello Leodato, fedelissimi del boss, ne erano stati gli organizzatori, come si legge nell’ordinanza firmata dal gip del tribunale di Napoli Giovanni Vinciguerra. I Leodato per conto di Angelino hanno un gestito le estorsioni capillari soprattutto verso imprenditori edili ai quali arrivavano a chiedere un “pizzo” dai 250 euro fino ai 5000 euro al mese.
Estorsioni che avevano come obiettivo quello di rimpinguare la cassa comune della cosca, anche per sostenere i detenuti e i loro familiari. Vittime delle estorsioni, oltre agli imprenditori, anche privati cittadini, soprattutto quelli che erano impegnati nella esecuzione dei lavori di ristrutturazione edilizia con il superbonus 110%.
Il boss Angelino, tornato in libertà dopo una detenzione quasi trentennale, aveva instaurato un sistema di gestione camorristica anche nell’attività amministrativa del comune di Caivano, controllando gli affidamenti dei lavori pubblici, attraverso corruzione e turbativa asta, con la connivenza di un dirigente dei lavori pubblici e consiglieri e assessori della passata amministrazione comunale.
L’indagine che ha portato dunque a queste quattro misure cautelari è uno stralcio di quella dell’ottobre 2023 che ha portato al fermo di 9 indagati tra cui appunto il capoclan e poi alle esecuzioni di una misura cautelare nei confronti di altri 23 indagati tra cui, appunto, consiglieri comunali e dirigenti e tecnici comunali e tecnici privati.