Una delle domande che ha lasciato perplessi inquirenti e cittadini riguarda il motivo per cui Vincenzo Loffredo, il giovane padre di 24 anni, non si sia accorto dell’aggressione subita dalla piccola Giulia, che a suo dire dormiva accanto a lui nel momento in cui il pitbull Tyson, questo il nome del potente cane di casa, attaccò la bambina.
L’esito del test tossicologico
A rispondere a questo dubbio è giunto il risultato del test tossicologico effettuato su richiesta della Polizia appena qualche ora dopo la tragedia di sabato scorso. Vincenzo Loffredo sarebbe stato sotto l’effetto di stupefacenti nei terribili momenti in cui si stava consumando la tragedia.
Proprio mentre il cane si avventava contro il corpicino della piccola Giulia, Vincenzo era piombato in un sonno profondo, molto probabilmente alimentato dall’assunzione di stupefacenti. Ora, proprio in conseguenza a questi nuovi fatti, è indagato con l’ipotesi di omicidio.
I dettagli del test antidroga
Il test antidroga è stato effettuato sul sangue prelevato a Loffredo in ospedale dagli agenti del commissariato di Acerra subito dopo il tragico evento. Secondo quanto scritto nel certificato del test tossicologico, Loffredo a distanza di poche ore dalla morte della figlia è risultato positivo al test sull’abuso di cannabinoidi, mentre è risultato negativo al test relativo all’uso di cocaina, alcol e oppiacei.
L’assenza del microchip e le indagini veterinarie
Un ulteriore particolare si è aggiunto alla vicenda nella giornata di ieri. Il servizio veterinario dell’Asl Napoli 2 Nord ha denunciato Loffredo perché il pitbull non aveva il microchip. In pratica, il cane che la famiglia aveva in casa non era stato registrato all’anagrafe canina e risultava sconosciuto all’autorità sanitaria. In regola, invece, l’altro cane di casa, un meticcio di piccola taglia, dotato di microchip.
Entrambi gli animali sono stati portati in un canile convenzionato con l’Asl Napoli 2, a Frattaminore. I veterinari hanno prelevato campioni dalle loro mandibole per verificare eventuali tracce di residui umani. Verranno inoltre sottoposti a diversi esami, tra cui quello delle feci, per verificare la presenza di tracce organiche della piccola Giulia.
Tuttavia, resta attendibile l’ipotesi che ad attaccare e uccidere Giulia sia stato solo il pitbull. Le analisi forensi dovranno confermare tale ipotesi.
La bimba da sola con il papà
Sabato sera, la bimba era a casa con il padre. La madre, Angela, 22 anni, non c’era: stava lavorando nella pizzeria dove fa la cameriera. Anche Vincenzo Loffredo lavora, presso un distributore di carburanti nella periferia nord di Acerra, dove fa il barista.
La prima versione dei fatti
Ci sono aspetti che restano poco chiari. Quando Vincenzo Loffredo è giunto al pronto soccorso con la piccola Giulia ormai priva di vita, ha riferito ai medici che la bambina era stata aggredita in strada da cani randagi. La stessa versione l’aveva raccontata al telefono alla sua giovane moglie, Angela, dicendole, con voce rotta dal dolore, che la loro Giulia, di soli nove mesi, non c’era più.
La scoperta della verità
Angela, ancora al lavoro, si è precipitata a casa dopo aver ricevuto la notizia. Entrando nell’appartamento al primo piano, la scena che si è trovata davanti è stata raccapricciante: sangue ovunque e la certezza di ciò che era realmente accaduto.
Senza perdere tempo, si è diretta alla clinica. Entrata nel pronto soccorso, ha affrontato Vincenzo con rabbia e disperazione, colpendolo con pugni mentre le lacrime le rigavano il volto. “Ho capito, è stato Tyson a uccidere Giulia!”, avrebbe gridato tra le urla e il dolore. Vincenzo, invece, è rimasto in silenzio, quasi paralizzato dallo choc. La scena ha costretto medici e forze dell’ordine a intervenire per riportare la calma.
Il dolore di una madre
Angela è rimasta al capezzale della figlia fino alle prime luci dell’alba, con il volto solcato dalle lacrime e la disperazione dipinta negli occhi. Di fronte al corpo devastato della sua bambina, non ha potuto trattenere le urla di dolore e rabbia.
Il corpo della piccola Giulia presentava una ferita profonda alla tempia, un orecchio quasi strappato, e numerose escoriazioni sul volto. Il suo incarnato, cianotico, e i capelli bagnati dall’acqua, forse usata per tentare di fermare l’emorragia, contrastavano con il pigiamino apparentemente appena indossato.
Il cambio di versione di Vincenzo
A quel punto, Vincenzo ha cambiato versione: ha sostenuto che Giulia sarebbe stata attaccata da Tyson mentre dormiva profondamente, e che lui non si sarebbe accorto di nulla fino al momento del risveglio.
Il contesto familiare e le reazioni della comunità
La giovane famiglia viveva nel quartiere Ice Snei, dove si era trasferita poco prima della nascita di Giulia nell’aprile scorso. Fino ad allora, Vincenzo aveva vissuto nelle case popolari della Gescal, mentre Angela abitava vicino alla cattedrale di Acerra e frequentava la parrocchia.
Entrambi sono descritti come instancabili lavoratori, sempre impegnati per sostenere la famiglia.
Dalla scorsa domenica, la coppia ha dovuto lasciare il loro appartamento, sequestrato dalla Procura di Nola per consentire gli accertamenti. La città di Acerra è sotto choc: nelle piazze e lungo le strade si parla unicamente di questa tragedia, tra commozione e rabbia per una morte che molti credono si sarebbe potuta evitare allontanando il cane dalla casa.