“Diego era il nostro campione”: il dolore degli allenatori per la morte del 14enne della Cantera Napoli

Il giovane calciatore Diego De Vivo si è accasciato dopo due minuti di allenamento. Ferro: “Abbiamo provato di tutto”. Perreca: “Faremo in modo che il suo sogno continui”

Una tragedia ha colpito il mondo del calcio giovanile nella serata di martedì 26 marzo 2025, quando il 14enne Diego De Vivo si è sentito male durante un allenamento. Il giovane calciatore si trovava presso una scuola calcio situata in strada comunale Selva Cafaro, a Napoli, quando, secondo le ricostruzioni, si è accasciato al suolo dopo appena due minuti dall’inizio della sessione.

Immediato l’intervento delle persone presenti, che hanno tentato disperatamente di rianimarlo per diversi minuti, ma ogni sforzo è risultato vano. Il ragazzo è spirato sotto gli occhi dei genitori, lasciando attoniti i compagni di squadra, gli allenatori e tutti i presenti.

La salma è stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria per gli accertamenti necessari a chiarire le cause della morte.

Il ricordo della comunità sportiva

La tragica scomparsa di Diego De Vivo ha scosso profondamente l’ambiente sportivo partenopeo, suscitando una grande ondata di cordoglio. Numerose società calcistiche della zona e diversi personaggi del calcio hanno espresso vicinanza alla famiglia attraverso messaggi sui social network.

Solo poche settimane fa, il giovane calciatore aveva avuto l’opportunità di allenarsi con le giovanili dell’Empoli, un’esperienza che aveva accresciuto le sue ambizioni nel mondo del calcio.

La società ha voluto rendere omaggio a Diego appendendo la maglia numero 9 che il ragazzo indossava all’ingresso del centro sportivo, un gesto simbolico per testimoniare la vicinanza del presidente e dell’intera società alla famiglia De Vivo.

Il dolore degli allenatori

Questa mattina, a ricordare Diego De Vivo, sono intervenuti il direttore tecnico Gennaro Perreca, che lo ha allenato, e il direttore generale Alessandro Ferro.

Il direttore tecnico Perreca ha dichiarato: “Ci saranno tante iniziative, la prima è quella di ripartire grazie al suo sorriso e alla sua voglia di imparare per diventare professionista. Quello che Diego voleva portare avanti faremo in modo che possa verificarsi per tutti gli altri tesserati della Cantera. Diego era un ragazzo sincero, umile e aveva tanta voglia di imparare. Quando varcano quel cancello diventano nostri figli”.

Anche il direttore generale Ferro ha ricordato il giovane atleta, visibilmente commosso:
“Sono diventato allenatore del suo gruppo, l’ho vissuto a pieno negli ultimi tempi. Mi chiedeva alcune cose tattiche, io gli dicevo che il calcio è semplice: trovati davanti alla porta e fai gol. Abbiamo provato a fare di tutto. Tenerlo tra le mani fino agli ultimi momenti di vita non è stato facile. Se ne è andato un pezzo di cuore, non è semplice. Dobbiamo portare avanti i sogni di Diego. Siamo educatori, siamo tecnici, siamo papà: siamo tutto per loro”.

“Era il nostro campione”

Nel suo intervento, Ferro ha sottolineato quanto il giovane fosse considerato una promessa del calcio:
Diego era il nostro campione, era in orbita Juve e Genoa. Non riesco a metabolizzare quello che è successo, abbiamo perso un campione nella vita. È successo tutto in due minuti, l’abbiamo visto a terra e l’abbiamo soccorso con tutte le manovre ma siamo stati impotenti. Oggi stiamo vicini alla famiglia unendoci al loro dolore. Ci saranno tante iniziative per il nostro campione. I ragazzi che stanno qui sono tutti figli miei, Diego è stato con me in auto. Si confidava con me per tutto. Non ho parole. Il ricordo più bello era quando gonfiava la rete e ti veniva ad abbracciare”.

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