Bologna-Napoli finisce in parità, ma il risultato fotografa solo in parte una gara dai due volti, in cui la squadra di Conte, ieri squalificato e sostituito in panchina da Stellini, si è letteralmente spenta dopo un primo tempo brillante e autoritario. A segno Anguissa al 18’ con un’azione caparbia e da leader, ma nella ripresa i rossoblù di Italiano hanno cambiato marcia, pareggiato con un tacco geniale di Ndoye e sfiorato più volte il colpaccio. Un punto a testa, ma a recriminare sono soprattutto i padroni di casa, che nel secondo tempo hanno dominato in lungo e in largo.
Primo tempo: il Napoli comanda, Anguissa devastante
Il match parte con grande intensità e nonostante le tante assenze — Meret e Buongiorno da una parte, Ferguson dall’altra — le squadre si affrontano a viso aperto. Il Bologna, schierato da Italiano con il solito 4-2-3-1, prova a pressare alto e fare densità nella zona centrale, ma il Napoli è subito cinico nello sfruttare la minima sbavatura.
Al 18’, su una respinta corta di Lucumì a centrocampo, Anguissa si fionda sul pallone come un predatore: salta in sequenza Lucumì, Holm, resiste al tentativo disperato di Miranda e si presenta davanti a Skorupski. Lo salta con un dribbling secco e con il sinistro deposita in rete a porta vuota: un’azione da centrocampista totale, che unisce potenza, tecnica e lucidità. Sesta rete in stagione per il camerunese, che firma un gol da copertina.
Sull’azione del gol, Skorupski rimane dolorante e al 25’ è costretto a lasciare il campo per un problema muscolare: entra Ravaglia, subito protagonista in più occasioni.
Il Napoli continua a comandare il gioco grazie al lavoro di Lukaku, che funge da boa perfetta: protegge palla, smista, crea spazio per Neres e Politano. McTominay, nella doppia fase, è fondamentale e ha almeno due chance clamorose per raddoppiare, ma manca precisione e freddezza.
Il Bologna prova a reagire con qualche iniziativa di Orsolini e un paio di tiri di Dallinga, ma Scuffet, all’esordio, si fa trovare pronto. Prima dell’intervallo, altre due occasioni per gli azzurri: Lukaku fa da torre per Neres, che serve Politano, ma Ravaglia è bravissimo a deviare con la punta del guantone. Il primo tempo si chiude con un Napoli in controllo e meritevole del vantaggio.
Secondo tempo: il Napoli si spegne, il Bologna sale in cattedra
Nella ripresa, il Napoli sembra rientrare in campo con il freno a mano tirato, mentre il Bologna cambia pelle. La squadra di Italiano alza il baricentro, aggressiva, organizzata e affamata, con un atteggiamento completamente diverso.
I segnali del cambiamento arrivano presto: Scuffet e Olivera devono salvare su una palla inattiva al 48’, poi Orsolini fa tremare la difesa con un mancino rasoterra che sfiora il palo. Il Napoli appare stanco, incapace di ripartire, schiacciato nella propria metà campo. I centrocampisti faticano a trovare linee di passaggio, la difesa inizia a commettere errori di concentrazione, e la pressione dei rossoblù diventa costante, a tratti asfissiante.
Di Lorenzo e Anguissa si vedono costretti a ricorrere al fallo tattico per fermare le transizioni avversarie e finiscono sul taccuino dell’arbitro: entrambi salteranno la prossima gara contro l’Empoli. La squadra perde solidità mentale, e il Bologna fiuta l’occasione.
Al minuto 64, arriva il pareggio. L’azione è bellissima: Odgaard sfonda a destra con un’azione personale insistita, arriva sul fondo e mette un cross basso sul primo palo. Ndoye anticipa Juan Jesus e con un tacco volante manda la palla prima sulla traversa e poi oltre la linea di porta. Una rete di pura classe, d’istinto, che fa esplodere il Dall’Ara.
Il Napoli è in confusione. Al 70’ McTominay esce per una botta rimedita qualche minuto prima, al suo posto entra Gilmour. Due minuti più tardi, dentro anche Raspadori per Neres per dare freschezza. Ma la squadra di Conte non riesce a cambiare passo.
Anzi, continua a soffrire. Al 76’, Italiano richiama Orsolini e Dallinga, inserendo Cambiaghi e Castro. Proprio il giovane argentino è protagonista di una clamorosa occasione all’89’, quando anticipa tutti su un pallone vagante in area, ma trova sulla sua strada un prodigioso intervento di Scuffet, reattivo e tempestivo.
Forcing finale: chance per entrambe, ma resta l’1-1
Nel finale, i cambi non cambiano la musica. Il Bologna continua a spingere, sfruttando le corsie laterali e i cali fisici del Napoli. Al 91’, Holm colpisce di testa sugli sviluppi di un corner, Scuffet respinge corto, Castro si avventa sul pallone, ma spara alto da due metri, divorandosi il possibile gol vittoria.
Un minuto dopo, è il Napoli a sfiorare il colpo da tre punti: Raspadori si accentra e calcia, la palla viene deviata da Olivera, ma Ravaglia si allunga e salva con una parata plastica. Sugli sviluppi, Rrahmani colpisce male da ottima posizione.
Il triplice fischio sancisce un pareggio che ha il sapore dell’occasione mancata per il Napoli, che fallisce l’aggancio all’Inter e dovrà ora giocarsi tutto nelle prossime sette gare.
Il bilancio: occasione mancata, rosa corta, secondo tempo da incubo
Alla fine, restano i rimpianti. Perché il primo tempo aveva lasciato presagire una vittoria netta, con un Napoli padrone del campo, aggressivo e lucido. Ma nella ripresa è sembrato un’altra squadra, incapace di reagire all’energia del Bologna. I cambi non hanno funzionato, e la squadra ha perso ritmo, geometrie e determinazione.
Il Bologna, dal canto suo, ha disputato un secondo tempo di alto livello, con una prestazione corale notevole, orchestrata da un Italiano lucido e coraggioso nelle scelte. Alla fine, il punto per gli emiliani va persino stretto.
Per Conte e Stellini, una serata di segnali allarmanti: la squadra è corta, i ricambi non garantiscono continuità, e in troppi sono sulle gambe. La corsa allo scudetto è ancora aperta, ma servirà molto di più di quanto visto nella ripresa di Bologna.