Da Nord a Sud, la Pasqua in Italia è un trionfo di sapori e dolci che raccontano storie antiche, tradizioni locali e segreti tramandati di generazione in generazione. In ogni regione si porta in tavola una “ricetta della nonna” per celebrare la rinascita e l’arrivo della primavera, con ingredienti più freschi e profumati rispetto a quelli invernali.
La Colomba pasquale: leggende e successo moderno
Partiamo con la Colomba, simbolo della Pasqua per eccellenza, soprattutto al Nord. Dolce di origine lombarda, deve il suo nome alla tipica forma a volatile. Attorno alla sua nascita ruotano numerose leggende: una racconta che nel 572 d.C., la città di Pavia offrì al re longobardo Alboino dolci a forma di colomba per scongiurare il saccheggio della città. Un’altra narra che San Colombano, in visita durante la Quaresima, trasformò un ricco banchetto in semplici colombe di pane per rispetto della tradizione religiosa.
C’è anche chi collega la colomba alla battaglia di Legnano, quando un comandante italiano avrebbe distribuito pane a forma di colomba ai suoi soldati come augurio di buona fortuna. Ma la sua vera diffusione si deve al XX secolo, quando la ditta Motta, già famosa per il panettone, lanciò la colomba pasquale in tutta Italia. Gli ingredienti? Farina, burro, uova, zucchero, mandorle e arancia candita.
La Pastiera napoletana: storia di un profumo
Scendendo al Sud, troviamo la regina incontrastata delle tavole partenopee: la Pastiera napoletana. Dolce dal profumo inebriante e dal gusto unico, è conosciuta anche come “pizza di grano” e ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale (Pat).
Preparata con pasta frolla, grano cotto nel latte, ricotta, uova e zucchero, è arricchita da aromi come vaniglia, scorze di agrumi, canditi e liquore Strega. Curiosamente, il suo nome deriverebbe da un piatto salato, la frittata di pasta. La prima ricetta scritta risale alla fine del Seicento, ad opera del cuoco Antonio Latini. È però grazie alle suore dei conventi napoletani che la pastiera ha conosciuto la sua massima diffusione, soprattutto nel Novecento. Oggi, molti la personalizzano con l’aggiunta di crema pasticciera.
Lo Zuccotto: il dolce rinascimentale dei Medici
Torniamo al Centro Italia, a Firenze, dove nasce lo Zuccotto. Questo dolce, dalla forma tondeggiante e soffice, fu ideato da Bernardo Buontalenti per un banchetto della famiglia Medici. In origine si chiamava “Elmo di Caterina”.
La versione pasquale è ripiena di ricotta, scorze di agrumi e granelli di cacao, mentre l’esterno viene spesso aromatizzato con l’alchermes. Una preparazione raffinata che oggi trova diverse varianti, anche con fragole o creme moderne.
Il Casatiello dolce: il fratello minore (ma non troppo) del salato
In Campania, accanto alla celebre versione salata, esiste anche il Casatiello dolce, meno noto ma altrettanto legato alla tradizione pasquale. Le sue origini si dividono tra Torre del Greco e la Costiera Amalfitana. L’impasto include strutto, farina, uva passa, criscito, zucchero, latte e aromi tipici locali. Anche se meno apprezzato rispetto alla versione salata, resta un classico delle tavole campane.
La Fugassa veneta: il pane della festa
Concludiamo il nostro viaggio in Veneto, con la Fugassa, un dolce che ricorda la colomba sia per consistenza che per gusto. In passato era un semplice pane arricchito con burro, uova e zucchero, preparato solo nei giorni di festa. Solo in seguito ha trovato spazio nelle pasticcerie, evolvendo nella ricetta moderna, che include aromi come vaniglia, marsala e cedro candito.
Anche la Fugassa, come la pastiera, ha ottenuto il riconoscimento di Prodotto Agroalimentare Tradizionale. È spesso servita con gelato o salsa al mascarpone.
Sarah Riera