Una notte lunga, intensa, densa di misticismo e dolore. Alle tre del mattino le porte del Santuario della Madonna dell’Arco si sono aperte come ogni anno per accogliere i pellegrini, ma quest’anno l’atmosfera era diversa. Nella navata, liberata per l’occasione dai banchi, poche decine di persone: padri domenicani con il priore padre Gianpaolo Pagano, alcuni delegati delle squadre di fujenti, il sindaco di Sant’Anastasia Carmine Esposito, amministratori comunali, forze dell’ordine e volontari di Protezione Civile e Croce Rossa. Dopo una preghiera, al grido di “Evviva Maria“, il priore e il sindaco hanno spalancato le porte del santuario.
La squadra di Aversa è stata la prima a entrare. Fuori, centinaia di fujenti erano in attesa già da ore. Alla fine, almeno 80mila erano gli accreditati, e altrettanti i partecipanti spontanei. Sommando pellegrini e fedeli, si è raggiunto un totale di quasi duecentomila presenze.
Ma a sconvolgere la giornata è arrivata, in mattinata, una notizia che ha colpito profondamente l’intera comunità: la morte di Papa Francesco. Il priore Pagano, dopo aver consultato le forze dell’ordine impegnate in un massiccio dispiegamento per garantire la sicurezza dell’evento, ha preso una decisione simbolica e solenne. Alle 12 in punto, il pellegrinaggio è stato sospeso per un minuto di silenzio in memoria del Pontefice.
“Papa Francesco – ha ricordato padre Gianpaolo Pagano – aveva più volte mostrato interesse verso questo luogo di pellegrinaggio di gente semplice e povera. Oggi più che mai, anche per intercessione della nostra Madonna dell’Arco, questa gente lo sentirà vicino”.
Nonostante le polemiche sollevate da alcuni utenti sui social, che parlavano di “mancanza di rispetto” per aver continuato il pellegrinaggio, padre Pagano ha difeso con forza la decisione. “Non è una festa. Può essere più o meno condivisibile, ma è la loro maniera di mostrare fede e devozione”, ha affermato. I canti, i piedi nudi, i fuochi, le grida, gli svenimenti – spesso reali – non sono folclore fine a sé stesso, ma espressioni autentiche di un misticismo popolare che, proprio in un giorno di lutto per la Chiesa, acquista un significato ancora più profondo.
La figura di Papa Francesco, da sempre vicina agli ultimi e agli emarginati, si specchia nella devozione alla Madonna dell’Arco, la Vergine dei dimenticati, che da secoli raccoglie intorno a sé un culto che – come ricordava il maestro Roberto De Simone, cittadino onorario di Sant’Anastasia – sfugge alle regole dell’ufficialità ecclesiastica. È un’esperienza collettiva, una catarsi spirituale, attraverso cui interi gruppi sociali riaffermano la propria identità.
Quest’anno, insieme ai fedeli, erano presenti anche numerosi studiosi, ricercatori e fotografi provenienti anche da Francia e Spagna, giunti per documentare e analizzare un fenomeno religioso e umano di straordinaria intensità, da anni candidato a diventare patrimonio culturale immateriale dell’Unesco.
Sarah Riera