È durato praticamente tutta la giornata di ieri il sopralluogo disposto dalla Procura di Torre Annunziata sul monte Faito, dove giovedì scorso quattro persone sono morte e una quinta è rimasta gravemente ferita. Sul luogo del disastro si sono recati i magistrati del pool appositamente costituito dal procuratore Nunzio Fragliasso – con l’aggiunto Giovanni Cilenti e i sostituti Giuliano Schioppi e Alessandra Riccio – insieme ai tecnici incaricati delle perizie e agli agenti del commissariato di polizia di Castellammare di Stabia, della Squadra Mobile di Napoli e della polizia scientifica.
Il sopralluogo è servito ad effettuare una prima ricognizione sul luogo della tragedia e a valle, dove sono state tratte in salvo nove persone insieme all’altro macchinista in servizio. Una ispezione che ha permesso ai consulenti di avere un primo quadro generale di quanto accaduto, per vedere dal vivo e registrare in video l’attuale stato dei freni di emergenza: uno, a valle, ha funzionato senza problemi, l’altro non sarebbe entrato in azione. E ancora, di controllare in che condizioni siano il cavo di trazione e i congegni che permettevano lo scorrimento delle due cabine, per comprendere se ci siano danni e se lo stato di manutenzione fosse adeguato agli standard di sicurezza e corrispondente alla documentazione già acquisita.
Gli inquirenti hanno effettuato un’ispezione visiva delle due cabine, quella precipitata causando quattro morti e un ferito grave, e quella rimasta intatta a pochi metri dalla stazione di Castellammare, con videoriprese effettuate dalla polizia scientifica, anche con l’ausilio di un drone, per documentare tutto senza spostare i reperti né alterare lo stato dei luoghi, in vista di successivi accertamenti irripetibili che saranno aperti alle difese degli indagati.
Il luogo impervio in cui si trovano i rottami della cabina precipitata è stato raggiunto grazie al lavoro dei vigili del fuoco, del soccorso alpino della Guardia di Finanza e del soccorso alpino speleologico di Castellammare di Stabia. Gli inquirenti e i tecnici della Procura si sono recati sul posto grazie al supporto logistico fornito da queste unità specializzate.
L’inchiesta procede per le ipotesi di reato di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Ieri, come atto dovuto in vista degli esami irripetibili, l’ufficio inquirente coordinato dal procuratore Fragliasso ha iscritto quattro persone nel registro degli indagati, tra dirigenti e funzionari dell’Eav, l’ente che gestisce l’impianto dove si è verificato il disastro: Marco Imparato (responsabile esercizio e manutenzione della funivia), Pasquale Sposito (direttore operativo), Giancarlo Gattuso (dirigente infrastrutture) e Pasquale Di Pace (capo impianto).
Nella tragedia hanno perso la vita il macchinista dell’Eav Carmine Parlato, la ragazza israeliana Janan Suliman, e i coniugi britannici Elaine Margaret Winn e suo marito Graeme Derek Winn. Gli avvocati delle famiglie delle vittime hanno deciso di nominare un singolo consulente. In ospedale versa ancora in gravissime condizioni di salute il fratello di Janan, Thabet Suliman, il 23enne unico superstite della tragedia.
Intanto, oggi, con il conferimento dell’incarico al medico legale Nicola Giorgio, prenderanno il via le autopsie che si terranno nell’obitorio del cimitero di Castellammare. Si tratta di un primo passo verso il rilascio delle salme in vista del funerale di Carmine Parlato, per il quale è già stato fissato un rito funebre. Per i tre turisti stranieri sarà successivamente autorizzato il rimpatrio.
“La Regione – ha detto il governatore – garantirà le spese necessarie per il rimpatrio della salma di Janan, la giovane sorella di Thabet”.
Sarah Riera