Il giudice Umberto Lucarelli del Tribunale per i Minorenni di Napoli ha condannato in primo grado a 18 anni e 8 mesi di reclusione il ragazzo di 17 anni ritenuto responsabile dell’omicidio di Santo Romano, del tentato omicidio e del porto abusivo di arma da fuoco. Il delitto avvenne nella notte tra il 1° e il 2 novembre 2024, a San Sebastiano al Vesuvio, in seguito a una lite esplosa per un motivo futilissimo: un pestone sulla scarpa.
Il processo si è svolto con il rito abbreviato, e il pubblico ministero Ettore La Ragione, in forza alla Procura diretta da Patrizia Imperato, aveva richiesto una condanna a 17 anni. Il giudice ha inflitto una pena più alta, ma questo non è bastato a placare l’indignazione della famiglia della vittima.
La ricostruzione dei fatti
Secondo gli inquirenti, al termine di un alterco sorto durante la movida notturna in piazza Capasso, il minorenne estrasse una pistola e sparò due colpi al torace di Santo Romano, studente e giovane calciatore. Durante l’interrogatorio, il ragazzo – difeso dall’avvocato Luca Raviele – avrebbe tentato di sminuire la propria condotta, sostenendo di aver agito per difendersi mentre era in difficoltà fisica.
La rabbia fuori dal tribunale
All’esterno del tribunale, in viale Colli Aminei, si sono radunati amici, familiari e studenti, alcuni giunti anche da fuori regione, come da Milano e da Casoria, città d’origine di Santo. Presente anche un gruppo di studenti dell’Istituto Archimede di Ponticelli, dove la vittima frequentava le lezioni.
La notizia della sentenza ha provocato forti reazioni emotive. Molti hanno urlato “vergogna”, mentre altri hanno gridato “fate schifo” rivolgendosi alle autorità giudiziarie. In alcuni momenti si è sfiorata la tensione fisica.
Il fratello della vittima minaccia l’imputato
Subito dopo la lettura della sentenza, il fratello di Santo, Tony Romano, ha perso il controllo. Si è rivolto in dialetto all’imputato e ai suoi familiari urlando:
“Ti uccido, ti spezzo a te e la famiglia tua… hai la data di morte segnata… ti devo decapitare”.
Le sue parole, gridate in aula e poi ripetute all’esterno, hanno messo in evidenza il dolore e la frustrazione di una famiglia che non si sente rappresentata da questa sentenza.
Il dolore della madre: “Vergogna… i minori continuano a delinquere e ammazzare”
La madre di Santo, Filomena De Mare, ha commentato così la decisione della giustizia:
“Diciotto anni e otto mesi per un ragazzo con tantissimi precedenti e altri processi alle spalle. Il pm ha detto ‘un anno che perde un minore non è come un anno perso da un sessantenne’, ma a me questo non importa. Mio figlio ha perso tutta la vita: è una vergogna, sono una vergogna, il pm e il giudice sono una vergogna”.
Poi, davanti alle telecamere e alla folla accorsa per il sit-in, ha aggiunto: “La giustizia ha fallito di nuovo. Solo 18 anni e 8 mesi per un omicidio, un tentato omicidio e possesso di un’arma. La giustizia fallisce, perciò i minori continuano a delinquere e ammazzare”.
Le parole della fidanzata di Santo
Anche Simona, la fidanzata del giovane ucciso, ha voluto esprimere il proprio dissenso e dolore: “Vogliamo il sostegno anche di chi non ha perso un proprio caro, perché questa è una battaglia che non dobbiamo combattere soltanto noi. Santo non c’è più, ci è stato strappato, ma chi esce la sera, chi scende ancora in piazza, come me, come mio fratello, come mia sorella, è ancora in pericolo”.
E ha continuato: “Sapevo che la condanna non poteva essere molto alta per lo sconto del rito abbreviato, eravamo coscienti di questo, ma io mi aspettavo che gli dessero il massimo previsto. Noi non abbandoniamo la nostra battaglia, continueremo a portarla avanti con ancora più forza”.
La rabbia della comunità
Tra i presenti, anche cittadini come Mariarca, zia di Santo, che ha commentato duramente: “È un fallimento della società. Se proviamo a insegnare ai nostri figli il rispetto delle regole e poi vediamo queste cose… siamo in una guerra, non sotto le bombe ma di fronte a pistole e coltelli che possono colpirci in ogni momento”.
Una giovane madre, presente con il figlio, ha aggiunto: “Vergognoso. Cosa ho insegnato a mio figlio venendo qui? Volevo fargli capire che chi sbaglia paga, e invece abbiamo avuto la dimostrazione che non è così. Al posto di Santo poteva esserci mio figlio, o chiunque altro. Se questa è la giustizia, siamo rovinati”.
La denuncia politica di Francesco Emilio Borrelli
Sulla vicenda è intervenuto anche il deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Francesco Emilio Borrelli, presente alla sentenza e che ha commentato:
“La sentenza per l’assassino di Santo Romano ci fa comprendere quanto il codice penale sia inadeguato rispetto a reati come l’omicidio e in alcuni casi l’associazione camorrista e mafiosa. Più che nuove norme serve la certezza della pena, senza sconti per i crimini più efferati. Possiamo mai immaginare che la vita di un ragazzo valga meno di pochi anni in carcere? Siamo certi che dando pene così leggere rieduchiamo chi commette certi delitti?”.