È sveglio e collaborante Thabet Suleiman, il 23enne arabo israeliano miracolosamente sopravvissuto al crollo della cabina della funivia del Monte Faito, avvenuto il 17 aprile scorso. Il giovane, subito dopo il tragico incidente, era stato trasferito in terapia intensiva presso l’Ospedale del Mare di Napoli, dove era stato mantenuto in coma farmacologico per stabilizzare i parametri vitali.
Il 26 aprile è stata effettuata la sospensione della sedazione, e i medici hanno rilevato che il paziente è ora cosciente, risponde agli stimoli ed è in grado di collaborare con il personale sanitario.
Condizioni cliniche in miglioramento
Secondo quanto comunicato dall’ASL Napoli 1 Centro, i parametri respiratori di Thabet sono stabili, mentre quelli generali sono in miglioramento. Tuttavia, il giovane è ancora sottoposto a dialisi, poiché la funzione renale è sostenuta da diuresi indotta, ma non ancora sufficiente per interrompere il trattamento.
Il quadro clinico, seppur ancora delicato, mostra segnali incoraggianti. Il monitoraggio costante da parte dei medici permetterà nei prossimi giorni di valutare la possibilità di sciogliere la riserva sulla prognosi e di procedere con il trasferimento dal reparto di rianimazione a quello di ortopedia, dove il paziente potrà proseguire il recupero in un contesto meno critico.
La visita del fratello e il trauma della perdita
Thabet ha ricevuto in questi giorni la visita del fratello, un medico, che alloggia presso il Residence dell’Ospedale del Mare. La sua presenza accanto al giovane rappresenta un importante supporto psicologico in una fase di convalescenza estremamente delicata.
Thabet Suleiman è l’unico superstite del disastro che ha visto precipitare una delle cabine della funivia a pochi metri dalla stazione d’arrivo in cima al Monte Faito. Nell’incidente sono morte quattro persone, tra cui la sorella del giovane, Janan, 25 anni, e due turisti inglesi coniugi.