Sei sequestri di droga e armi eseguiti tra marzo e luglio del 2022 lungo la statale tra Gragnano e Agerola, ora attribuiti a Fabio Di Martino, hanno spinto la Direzione distrettuale antimafia e i carabinieri di Castellammare a inserirlo nel registro degli indagati. “Nel marzo del 2022 i carabinieri in un solo giorno sequestrarono, un fucile mitragliatore con tanto silenziatore, tre pistole calibro 9, di cui una con matricola punzonata e un’altra risultata provento di un furto commesso nel 2017 in un comando di polizia municipale in provincia di Torino, e ancora 65 di proiettili dello stesso calibro.” A completare il carico: “18 involucri, da circa un chilo ciascuno, di marijuana essiccata e pronta per essere venduta, presumibilmente ‘all’ingrosso’. Tutto interrato in due bidoni di plastica, al riparo da occhi indiscreti, nascosto dalla vegetazione di un luogo inospitale, quasi impossibile da individuare.”
Anche l’estate dello stesso anno ha visto nuovi sequestri a circa 500 metri dalla casa di Fabio Di Martino, nei pressi di una stalla con videosorveglianza: “furono sequestrati bilancini e bidoni di fertilizzanti e, nascosto tra la vegetazione due bidoni contenenti rispettivamente 20 chili di marijuana e 35 chili di cocaina.” Un carico che avrebbe potuto fruttare circa 10 milioni di euro.
Fabio Di Martino, 38 anni, attualmente a piede libero, è figlio di Leonardo “o’lione”, fondatore storico del clan di Iuvani, oggi in casa lavoro. Secondo gli inquirenti, Fabio sarebbe il “custode” per conto del clan egemone sui Lattari dei carichi di cocaina, marijuana e delle armi rinvenute. È già stato condannato per reati legati al traffico di droga in processi contro il clan D’Alessandro. Ora è indagato per associazione di stampo camorristico, detenzione ai fini di spaccio di droga e armi.
Lunedì scorso, i carabinieri di Castellammare sono tornati a perquisire la sua abitazione su richiesta dell’Antimafia, che mira a raccogliere ulteriori prove per chiudere il cerchio sulla famiglia Di Martino. Insieme a Fabio, risultano indagati anche i suoi quattro fratelli — Antonio, Vincenzo, Michele e Rosario — e la madre, Annamaria Molinari, 60 anni, considerata la reggente della cosca. Un’organizzazione tra le più forti della Campania, sia sul piano economico che militare.
Un ruolo di rilievo lo avrebbe anche il fratello Vincenzo, 43 anni, attualmente ai domiciliari fuori regione. Secondo gli investigatori, è lui a fare da mediatore tra il clan Di Martino e le cosche che controllano direttamente le piazze di spaccio. La sua condanna nasce dall’inchiesta che ha colpito il gruppo di Massimo Terminiello, legato a Nino Spagnuolo, colonnello del clan D’Alessandro. Quest’ultima cosca, storicamente alleata dei Di Martino, è collegata alla famiglia anche per via del matrimonio tra Fabio e la figlia del boss Paolo Carolei.
Sarah Riera