Bufera al Comune di Torre Annunziata: Telese si dimette e attacca, rischio commissione d’accesso?

Pierpaolo Telese lascia il suo incarico tra attacchi, polemiche e richieste di commissione d’accesso. Il passato ritorna, il PD tace, la città resta sospesa nell’incertezza

Pierpaolo Telese, capo dello staff del sindaco di Torre Annunziata Corrado Cuccurullo, si è dimesso ufficialmente. Lo ha fatto con una lettera indirizzata al primo cittadino, protocollata e resa nota dopo giorni di tensione crescente. Una scelta che ha rappresentato il culmine di una vicenda esplosa a livello mediatico dopo la pubblicazione di atti della Guardia di Finanza, che ha riacceso i riflettori su un dettaglio privato: la relazione sentimentale di Telese con una donna imparentata con esponenti del clan Gallo-Cavalieri.

Un elemento che le forze dell’ordine considerano “prodromico” a una possibile infiltrazione della criminalità organizzata nell’amministrazione comunale. Per questo è stata informata la Procura, con la richiesta di valutare l’invio di una commissione d’accesso, con lo spettro, sullo sfondo, di un possibile scioglimento del consiglio comunale.

La lettera di dimissioni: difesa, attacco e denuncia

Nelle due pagine consegnate al sindaco e alla giunta, Telese parla di «profonda amarezza e preoccupazione», riconoscendo la pericolosità del clima generato, ma anche ribadendo la sua fedeltà al progetto civico di Cuccurullo: «Un progetto in cui ho creduto ed in cui continuo fermamente a credere».

Ma il testo va oltre la semplice rinuncia all’incarico. Telese attacca apertamente coloro che, a suo dire, avrebbero ordito una campagna diffamatoria per screditarlo e delegittimare l’amministrazione: «Mi indigna dover subire questa gogna mediatica, in assenza di contestazioni a me mosse per comportamenti illeciti».

Nel passaggio più duro, scrive: «Il clamore mediatico è stato costruito ad arte da parte di chi non ha voluto bene a questa amministrazione sin dal primo momento e ha organizzato appuntamenti mondani per ordire trame».
E ancora: «Devo condurre la mia battaglia per affermare la verità lontano dai fari mediatici… anche per individuare chi, subdolamente e per secondi e terzi fini, ha ordito tutto ciò contro di me e contro l’amministrazione».

Il contesto giudiziario e mediatico: un caso già archiviato

L’indagine che ha portato all’esplosione del caso risale ai mesi scorsi. Era partita da presunte irregolarità e si basava sulle informative inviate dalla ex segretaria generale Maria Clara Napolitano e dal comandante della polizia municipale Giovanni Forgione durante il periodo commissariale. Tuttavia, la Procura ha archiviato il fascicolo, poiché non sono emersi elementi penalmente rilevanti.

Nonostante ciò, la diffusione degli atti ha avuto un effetto devastante. È tornato a circolare il legame sentimentale tra Telese e una donna con parentela in ambienti malavitosi, un elemento già noto e già contenuto nella relazione che portò allo scioglimento della precedente amministrazione Ascione, senza però conseguenze giudiziarie per Telese. Lo stesso Ministero dell’Interno rinunciò allora ad avviare il procedimento di incandidabilità, giudicando assenti elementi oggettivi.

Il passato politico di Telese: tre decenni di impegno

Telese è una figura storica della politica oplontina. Il suo impegno comincia nel 1995, quando viene eletto consigliere comunale nelle fila del Pds, all’indomani del primo commissariamento e dello scandalo di Tangentopoli Oplontina. Negli anni ha ricoperto vari incarichi da assessore, è stato segretario cittadino del Partito Democratico, si è avvicinato al movimento di Luigi De Magistris e si è candidato a sindaco nel 2017, restando poi all’opposizione per cinque anni.

Nel 2024 ha nuovamente sostenuto il centrosinistra, appoggiando la candidatura di Cuccurullo. Dopo la vittoria elettorale, ha lavorato con il neo-sindaco e un piccolo gruppo in modo informale, per poi ricevere l’incarico ufficiale di capostaff, un dettaglio messo in evidenza nei documenti investigativi come elemento di potenziale anomalia.

In risposta alla nuova ondata di critiche, Telese ha ribadito: «La camorra in casa mia non è mai entrata e mai entrerà. Ho speso gli anni del mio impegno civile e politico per contrastare la subcultura mafiosa».

E ha aggiunto: «I parenti non si scelgono, ma si può scegliere con assoluta fermezza di starne a debita distanza».

Il silenzio della politica e la reazione del PD

Nel pieno della tempesta, a colpire è stato il silenzio delle forze politiche locali, sia di maggioranza che di opposizione. Nessuna dichiarazione formale, solo qualche tiepida richiesta di chiarimenti, ma nessuna vera presa di posizione.

In particolare, pesa l’assenza del Partito Democratico, partito di appartenenza di Telese. Secondo indiscrezioni, il circolo locale avrebbe chiesto un confronto con i vertici provinciali e regionali – Giuseppe Annunziata e Antonio Misiani – ma senza ricevere alcuna risposta. Una mancanza che rischia di alimentare ulteriormente il clima di sfiducia nella cittadinanza.

Prossime mosse: prefettura e prospettive

Nel frattempo, l’amministrazione Cuccurullo si prepara a un incontro con il Prefetto Michele di Bari, per fare il punto sulla situazione. Sul tavolo ci sono scenari delicati, a partire dall’eventuale invio della commissione d’accesso, che potrebbe portare a conseguenze gravi per l’intero consiglio comunale.

Pierpaolo Telese, dal canto suo, ha annunciato che continuerà la sua «battaglia di affermazione della verità», ma lontano dai riflettori: “…con il cuore gonfio di angoscia e dolore, ma per rispetto verso le sacre Istituzioni e per amore verso la città, nel solco delle nostre storie familiari e dei nostri padri – rivolgendosi al sindaco Cuccurullo – ti comunico le mie irrevocabili dimissioni”.

E intanto, mentre le accuse e le controdeduzioni si rincorrono, Torre Annunziata resta in un limbo, sospesa tra passato e presente, fedeltà e sospetti, istituzioni e ombre.

Il destino politico della città – e dell’amministrazione Cuccurullo – resta sospeso tra l’ipotesi di un colpo di spugna istituzionale e la ricerca di una nuova legittimazione politica.

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