Due punti persi, due reti subite su due occasioni e lo scudetto che ora balla. Il Napoli inciampa proprio nel momento in cui serviva lucidità, maturità, killer instinct. La squadra di Antonio Conte domina per larghi tratti contro un Genoa già salvo, ma si fa raggiungere due volte in modo rocambolesco. Al triplice fischio è 2-2, un risultato che ha il sapore della beffa e del rimpianto.
Il pareggio pesa come una sconfitta, anche perché l’Inter ha vinto e si è portata a -1 in classifica: ora sono 78 i punti degli azzurri, 77 quelli dei nerazzurri, quando mancano solo due giornate alla fine. Il margine di errore è esaurito, il “bonus” buttato via, come ammetterà lo stesso Conte: «Non meritavamo di pareggiare e perdere punti così, ci siamo giocati il bonus che avevamo».
Difesa alta, partenza forte ma prima tegola: Lobotka si fa male
L’approccio alla gara è quello giusto. Il Napoli spinge subito con aggressività: difesa alta, pressing, e Politano che sfiora il vantaggio con un sinistro a giro fuori di pochissimo. Subito dopo ci prova McTominay in rovesciata, senza fortuna. La partita si mette in salita però già al 12’: Lobotka si accascia, si tocca la caviglia e chiede il cambio. Conte aveva deciso di rischiarlo, ma lo slovacco sente scricchiolare l’articolazione e deve alzare bandiera bianca. Dentro Gilmour, ma l’intensità non cambia.
«Anche oggi abbiamo perso un altro pezzo che è Lobotka, cercheremo di trovare una soluzione», dirà poi Conte a fine partita. Un’assenza pesantissima, che si aggiunge alla lunga lista di acciaccati di fine stagione.
McTominay e Lukaku combinano: 1-0 Napoli
L’uscita di Lobotka non spegne il Napoli, che trova il vantaggio al 15’. A orchestrare è ancora McTominay, diventato ormai regista e rifinitore. Lo scozzese pesca con un filtrante perfetto Romelu Lukaku, che resiste al corpo a corpo con Vasquez e incrocia sul palo lontano, battendo il portiere Siegrist, che sostituisce l’infortunato Leali. È l’ottavo gol di Lukaku contro il Genoa: la sua vittima preferita.
L’1-0 infiamma il Maradona. Raspadori sfiora il raddoppio pochi minuti dopo, ma il Genoa non crolla: anzi, reagisce con orgoglio e costruisce due occasioni nitide con Pinamonti, che colpisce anche una traversa clamorosa.
Meret sfortunato: autogol e 1-1
Al 34’ arriva il pareggio, beffardo e rocambolesco. Cross dalla sinistra di Messias, Ahanor stacca in area, il suo colpo di testa si stampa sul palo e rimbalza addosso ad Alex Meret, che nel tentativo di deviare la sfera la insacca nella propria porta. Autogol e 1-1.
Il pareggio tramortisce il Napoli. I padroni di casa accusano il colpo, spinti solo da qualche fiammata di Spinazzola. Si va al riposo sull’1-1, con il rimpianto di non aver chiuso la gara nei primi 30 minuti.
Raspadori illude, poi altro blackout
Nel secondo tempo, il Napoli torna a spingere. Siegrist è decisivo su due conclusioni ravvicinate di Lukaku e Raspadori, poi Anguissa sbaglia un gol già fatto da due passi. Il 2-1 arriva comunque al 63’, ancora sull’asse McTominay–Raspadori: «Secondo assist della serata per lo scozzese, Raspadori controlla col sinistro e fulmina il portiere». Il Maradona esplode: la squadra sembra aver ritrovato controllo e sicurezza.
Ma ancora una volta, nel momento di gestire, il Napoli cala. Conte richiama McTominay, ammonito, e inserisce Billing per dare ordine. Ma proprio il danese sarà protagonista in negativo poco dopo.
Il 2-2 che gela il Maradona
All’84’, da un cross teso dalla sinistra, Vasquez sorprende Olivera e Billing e di testa infila Meret per il 2-2. Un gol che gela lo stadio, e che conferma le paure: il Napoli ha paura di vincere, e forse anche di perdere.
Nel finale Conte inserisce anche David Neres per tentare il tutto per tutto, ma la squadra è frenetica, confusa. L’ultima occasione capita proprio a Billing, che di testa manda a lato il possibile 3-2. Troppo tardi.
Conte: “Abbiamo fatto la partita, ma abbiamo pareggiato”
A fine gara, Antonio Conte è visibilmente deluso. In conferenza stampa analizza tutto, senza filtri: «Loro hanno fatto due tiri in porta e due gol, a volte capitano anche partite così. Quando subisci gol sicuramente puoi fare meglio, dispiace perché era una partita da vincere per quello che abbiamo prodotto». E aggiunge: «C’è amarezza, soprattutto perché siamo a tre partite dalla fine. Il calcio però è questo, avevo anche messo Billing proprio per contrastare queste situazioni, ma onore a loro».
Nonostante tutto, Conte difende i suoi: «Non posso dire nulla sull’impegno della squadra, che ha fatto la partita. Alla fine abbiamo pareggiato, ma bisogna migliorare». La frase chiave però è questa: «Ora dobbiamo andare a vincere le altre due partite, c’è poco da fare. Se vogliamo ambire a vincere il campionato, dobbiamo fare qualcosa di incredibile».
La classifica e le prossime sfide
Con due giornate ancora da giocare, il Napoli ha il destino tra le mani, ma non può più sbagliare. I partenopei restano a +1 sull’Inter, ma la sensazione è che il sorpasso sia dietro l’angolo se non verrà ritrovata subito lucidità e cattiveria.
Lo scudetto rimane un traguardo raggiungibile, ma adesso non più in discesa. E Conte lo sa: «Sarebbe un traguardo assolutamente non prevedibile, qualcosa di incredibile. Ma lo merita anche questa gente che ci ha trascinati. Noi stiamo andando oltre i nostri giri del motore e a questi ragazzi va comunque detto grazie».
Il Napoli si aggrappa al carattere
Nel caos di una volata finale sofferta, il Napoli deve ritrovare le sue certezze. McTominay è il leader tecnico, Lukaku e Raspadori segnano, ma dietro la squadra si scopre fragile. Senza Lobotka, e con avversari che giocano senza pressioni, tutto può diventare complicato.
Lo scudetto è ancora lì, a portata di mano. Ma adesso bisogna vincere. Solo vincere.