Ordigno davanti alla chiesa di Massa di Somma, fermato un 43enne del posto

L’uomo ha ammesso le proprie responsabilità dopo essere stato identificato grazie alle telecamere. Dice di aver agito per disfarsi di alcuni Cobra detenuti in casa

Nella serata del 7 maggio 2025, un forte boato ha turbato la quiete di Massa di Somma, piccolo comune vesuviano. L’ordigno, piazzato davanti alla parrocchia “Santa Maria Assunta in Cielo”, è esploso generando panico tra i residenti, sebbene fortunatamente non ci siano stati feriti. L’intervento dei Carabinieri della Stazione di San Sebastiano al Vesuvio è stato immediato e ha dato il via a una rapida indagine che ha portato, in poche ore, all’identificazione e all’arresto del responsabile.

L’uomo ripreso dalle telecamere

Fondamentale per la svolta investigativa è stato il sistema di videosorveglianza installato nei pressi della chiesa. Le telecamere hanno ripreso un uomo che si aggirava nei pressi della parrocchia con atteggiamento sospetto, pochi istanti prima della detonazione. Gli agenti dell’Arma sono così risaliti a un 43enne del posto, già noto alle forze dell’ordine. L’uomo è stato immediatamente condotto presso la caserma dei Carabinieri di San Sebastiano al Vesuvio, dove è stato interrogato.

L’ammissione di colpevolezza

Durante l’interrogatorio, il 43enne ha ammesso le proprie responsabilità, raccontando ai militari di aver posizionato l’ordigno e di averlo fatto esplodere volontariamente. “Volevo solo disfarmi di alcuni artifizi pirotecnici che avevo in casa, non c’era nessuna minaccia né un’intimidazione verso qualcuno”, avrebbe detto l’uomo, specificando che si trattava di Cobra, pericolosi fuochi d’artificio di tipo esplosivo.

Indagini ancora in corso

Nonostante l’ammissione, gli inquirenti non escludono ulteriori sviluppi. Sono in corso approfondimenti investigativi per verificare la veridicità delle dichiarazioni rese e ricostruire con precisione l’intera dinamica dei fatti. Si sta cercando di accertare se l’uomo abbia agito da solo o se ci siano eventuali complicità o altre motivazioni non dichiarate.

L’uomo, intanto, resta a disposizione dell’autorità giudiziaria. Saranno decisivi i risultati delle perizie tecniche sull’ordigno e delle indagini sull’origine dei Cobra rinvenuti nella sua abitazione per chiarire se ci siano violazioni più gravi legate al possesso di esplosivi non autorizzati.

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