È scattato all’alba un maxi blitz dei carabinieri del nucleo investigativo del Gruppo di Torre Annunziata contro il potente clan D’Alessandro, storicamente radicato nella zona stabiese. Undici persone sono finite in carcere, tra cui elementi di spicco del gruppo criminale guidato da Vincenzo D’Alessandro, terzo figlio del boss Michele. Tra gli arrestati compaiono anche figure insospettabili: professionisti e tecnici accusati di aver agevolato le attività illecite dell’organizzazione.
L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip del Tribunale di Napoli su richiesta della Direzione distrettuale Antimafia partenopea. I reati contestati, a vario titolo, sono gravi: associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto illegale di armi da fuoco, corruzione in atti giudiziari, tutti aggravati dal metodo mafioso e dalla finalità di rafforzare il clan D’Alessandro.
Secondo le indagini, gli arrestati avrebbero messo in atto una fitta rete di estorsioni ai danni di commercianti della zona e, in un caso, avrebbero anche corrotto un testimone chiave in un processo per omicidio. Il gruppo, capeggiato da Vincenzo D’Alessandro, operava con modalità tipiche della camorra: controllo del territorio, intimidazioni, uso sistematico della violenza.
Questi i nomi degli arrestati:
- Vincenzo D’Alessandro, 49 anni
- Michele Abbruzzese, 66 anni
- Ugo Lucchese, 64 anni
- Giuseppe Oscurato, 33 anni
- Antonio Salvato, 46 anni
- Carmela Elefante, 45 anni
- Vincenzo Spista, 32 anni
- Angelo Schettino, 47 anni
- Giovanni D’Alessandro, 28 anni
- Fabrizio Jucan Sicignano, 39 anni
- Giuseppe Donnarumma, 45 anni
L’operazione conferma ancora una volta la forte attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura verso i clan storici del napoletano, decisi a riaffermare la propria presenza anche grazie a legami con ambienti professionali apparentemente lontani dalla criminalità organizzata.
Sarah Riera