È durato un anno e mezzo il processo a carico dell’imprenditore Giovanni Fontana, che si è concluso con una condanna a 12 anni di reclusione. Fontana era accusato dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli di aver fornito supporto logistico a Raffaele Imperiale, noto come il “boss dei Van Gogh”, uno dei narcotrafficanti più ricercati d’Italia fino al suo arresto.
Secondo quanto emerso nel corso delle indagini, l’imprenditore avrebbe messo a disposizione di Imperiale un deposito situato nel Casertano e una flotta di camion, con l’obiettivo di agevolare il trasporto di un enorme carico di cocaina diretto in Australia. Come riportato dall’agenzia ANSA, gli inquirenti hanno ricostruito il tentativo di spedizione di due container, camuffati da normali carichi di pietre di porfido, all’interno dei quali erano nascoste quattro pedane contenenti 600 chilogrammi di cocaina. La droga, però, non risulta mai essere giunta a destinazione.
L’arresto di Fontana risale al 2022, nell’ambito di un’operazione che mirava a smantellare l’organizzazione criminale costruita da Imperiale, considerato tra i principali trafficanti internazionali di stupefacenti. La condanna segna un punto fermo nel contrasto ai circuiti economici che sostengono il narcotraffico globale.
Sarah Riera