Lotta tra la vita e la morte all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli un bimbo di appena nove mesi, originario di Villammare, nel comune di Vibonati (Salerno), arrivato in condizioni disperate nella serata di ieri con gravi traumi su diverse parti del corpo. Il trasferimento d’urgenza è avvenuto in eliambulanza dall’ospedale di Sapri, dove il piccolo era giunto privo di coscienza nella tarda mattinata.
Il bimbo è stato sottoposto a due delicati interventi chirurgici nel giro di 24 ore, l’ultimo dei quali ha previsto il completo scoperchiamento cranico per ridurre la pressione causata da un grave edema cerebrale. Cruciali saranno le prossime 24-48 ore, nelle quali potrebbero insorgere complicanze fatali. La prognosi resta riservata.
Il quadro clinico è complesso e preoccupante: edema cerebrale, emorragie retiniche, trombosi venose dell’encefalo, fratture al femore e costole, e, secondo le prime informazioni, anche lesioni al collo. Contrariamente a quanto ipotizzato inizialmente, “non c’è frattura al cranio ma i segni neurologici, retinici, cerebrali e le trombosi dei vasi cerebrali come prima ipotesi farebbero effettivamente pensare alla sindrome del bambino scosso ma saranno gli inquirenti a chiarire le cause che possono essere ricondotte anche ad altri traumi che comunque, per il quadro cerebrale, risalgono alle ultime 48 ore”, ha spiegato il primario della neurochirurgia Giuseppe Cinalli.
Le indagini sono in corso a ritmo serrato da parte dei Carabinieri della stazione di Vibonati, della Compagnia di Sapri e del Comando Provinciale di Napoli, coordinate dalla procura di Lagonegro. L’obiettivo è chiarire cosa sia accaduto nelle ore e nei giorni precedenti al ricovero. Al centro dell’inchiesta vi è l’ambiente domestico in cui viveva il bambino, una frazione costiera di Vibonati, dove risiedeva con la madre e il suo attuale compagno, un uomo trasferitosi tempo fa dalla Calabria.
Anche il padre del bambino, residente a Sapri e separato dalla madre, è stato ascoltato dagli investigatori. L’uomo ha riferito tramite il suo legale di “non aver visto il figlio negli ultimi giorni e di non sapere di una precedente visita medica a fine maggio”. Secondo quanto ricostruito, avrebbe dovuto incontrare l’ex compagna nel pomeriggio per prendere in custodia l’altro figlio della coppia.
Nel frattempo, la madre ha sollevato forti dubbi sull’operato sanitario durante un precedente accesso in ospedale. In un post pubblicato su Facebook, scrive: “Perché non è stato approfondito in ospedale quando ho portato mio figlio il 28 maggio? Perché mi è stato mandato a casa con un semplice antibiotico? Perché?”. In un altro passaggio aggiunge: “Fate silenzio e portate rispetto per chi ha aiutato mio figlio tempestivamente nel portarlo in pronto soccorso. Tacete per favore e lasciateci in pace in questo momento di tanto dolore”.
Secondo i medici, il piccolo presentava anche una grave difficoltà respiratoria, forse collegata a una patologia pregressa. Riguardo ai traumi, sarebbero emerse pregresse fratture costali e lesioni scheletriche riconducibili a episodi differenti, avvenuti in tempi diversi. Le stesse lesioni su cui, riferisce il primario Cinalli, i genitori “avrebbero detto di non sapere nulla, notando solo un gonfiore alla gamba che pensavano fosse legato ai vaccini praticati al piccolo”.
Gli inquirenti stanno inoltre ricostruendo il passato familiare, poiché sarebbero emerse recenti denunce per conflitti familiari, segnalazioni che ora tornano sotto la lente degli investigatori.
Sarah Riera