Le elezioni comunali di Volla 2025, culminate nel ballottaggio dell’8-9 giugno, hanno visto la vittoria di Giuliano Di Costanzo (centrosinistra) su Pasquale “Lino” Donato (centrodestra) per circa 400 voti (52,17% contro 47,83%). Un esito che ha ribaltato il primo turno, in cui Donato aveva prevalso tra sei candidati. Abbiamo intervistato l’Onorevole Sergio Vaccaro, per un’analisi di questa competizione e delle sue implicazioni.

Onorevole, partiamo dal primo turno. Sei candidati a sindaco, Lino Donato in testa con il 30,23%. Come interpreta questo risultato?

Il primo turno è stato una competizione equilibrata, che potremmo definire “ad armi pari”. Ogni candidato ha potuto presentarsi agli elettori senza il peso di alleanze predefinite. Donato ha prevalso con 3.548 voti, grazie a una coalizione di centrodestra coesa, sostenuta da Forza Italia, Fratelli d’Italia e Radici in Comune. Questo risultato dimostra che, in un contesto aperto, Donato aveva il consenso più ampio e una proposta capace di attrarre un elettorato significativo.

Qual è stato il suo ruolo in questa campagna elettorale, considerando che sin da subito ha sempre precisato di non ambire a nessun incarico né tantomeno ha candidato una sua persona all’interno della coalizione?

Come ho spiegato diverse volte, ho sostenuto Lino Donato e tutta la sua squadra, a cui va la mia massima stima, perché conoscevo la sua coerenza e la sua capacità di mantenere gli impegni. Oltre, naturalmente, all’affetto personale che ci accomuna. Non ho mai avuto ambizioni personali in questa competizione, né ho proposto candidature a mio nome. Il mio supporto è stato dettato dalla fiducia in Donato, una persona seria e garbata, che antepone la visione politica al governare a tutti i costi. L’esito del risultato, con un 47,83% al ballottaggio nonostante la scelta di non cercare alleanze a ogni costo, conferma la sua integrità.

Al ballottaggio, però, Di Costanzo ha vinto. Lei attribuisce questa rimonta al sostegno della lista di Pasquale Di Marzo. È corretto?

Precisamente. Di Costanzo ha beneficiato del sostegno, diretto o indiretto, della lista civica di Di Marzo, che al primo turno aveva ottenuto il 14,49%, circa 1.701 voti. È come se al ballottaggio si fosse assistito a una partita asimmetrica: da una parte Donato, con la sua coalizione originaria, dall’altra Di Costanzo, rafforzato da un apporto determinante. In politica, le alleanze sono legittime e i numeri contano, ma questo ha alterato l’equilibrio rispetto al primo turno. E’ una scelta.

Sta affermando che il ballottaggio non sia stato del tutto equo?

Non parlo di irregolarità, sia chiaro. Il ballottaggio ha regole proprie, e le alleanze sono parte del gioco. Tuttavia, rispetto al primo turno, che ha visto sei contendenti competere su un piano paritario, il secondo turno è stato come una gara tra un singolo giocatore e una squadra allargata. Di Costanzo ha saputo capitalizzare il sostegno di altre forze, ma ciò non riflette necessariamente una superiorità della sua proposta originaria.

Lei ha sottolineato la scelta di Lino Donato di non cercare alleanze a ogni costo. Può approfondire questo aspetto?

La strategia della coalizione di Lino Donato al ballottaggio è stata oggetto di molte analisi. Pipolo, a differenza di Di Marzo, si è reso disponibile a supportare Donato senza chiedere un coinvolgimento nell’esecutivo, spinto, a quanto si dice, da motivazioni strettamente personali. Tuttavia, la restante parte della sua coalizione ha lasciato agli elettori la libertà di scegliere in autonomia. Personalmente, non ho mai creduto del tutto a questa narrazione. Di Marzo, invece, pare abbia spostato una parte del suo elettorato verso sinistra, forse per un accordo che gli garantisse un tornaconto politico.

Nonostante queste dinamiche, Donato avrebbe potuto aprire la porta a forze politiche lontane dalla sua visione per massimizzare le chance di vittoria, ma non l’ha fatto. Ha scelto di mantenere una coerenza politica, evitando di governare “con il favore delle tenebre”, per usare un’espressione che mi è cara. In un’epoca in cui il pragmatismo spesso prevale, in questo caso la decisione è stata di principio. Ha perso per soli 400 voti, ma il 47,83% al ballottaggio dimostra che la sua base di consenso è solida. Ha preferito preservare la sua identità politica piuttosto che snaturarla per il potere. Di Costanzo, con questi numeri, non saprà mai quante persone lo sostengono realmente.

La mia analisi è che gli elettori di Di Marzo e Pipolo, per la loro naturale inclinazione ideologica, hanno scelto autonomamente di sostenere il candidato del centrosinistra al ballottaggio. Questa decisione ha permesso alla coalizione di Donato di mantenere una linea chiara e indipendente, senza compromettere la propria identità politica, contando sulla spontaneità del voto degli elettori che ne condividono i valori. In questo modo, il centrodestra ha dimostrato di avere una base solida e di puntare su un consenso autentico, anche a rischio di rimetterci la vittoria.

Quindi, secondo Lei, chi ha davvero “vinto” a Volla?

Dipende dal metro di giudizio. In termini di numeri, Di Costanzo è il nuovo sindaco, e va riconosciuto il suo talento nel costruire una coalizione vincente. Ma se consideriamo la capacità di competere in un contesto aperto e la coerenza con i propri principi, Donato ha lasciato un segno importante, vincendo il primo turno e mantenendo una linea chiara. In politica, i numeri decidono chi governa, ma i valori definiscono l’identità di un progetto. Donato ha scelto i valori, e questo potrebbe avere un peso nel lungo termine.

Vuole dire qualcosa al nuovo sindaco di Volla? Qualche suggerimento?

Sinceramente, non vedo nuovi sindaci all’orizzonte. Forse si riferiva al vecchio sindaco? Nei primi due anni, prima del commissariamento, ho offerto numerosi suggerimenti, ma non sono mai stati ascoltati, né è stata mostrata alcuna volontà di affrontare i problemi di Volla. Pertanto, non ho nulla da suggerire ora. Anzi, sono certo che, in continuità con i tre anni in cui ha governato Volla, il sindaco non avrà bisogno di alcun aiuto: da solo sarà in grado di fare tutto.

Un’ultima riflessione per i lettori di Volla?

Le elezioni di Volla confermano che la politica è un equilibrio tra strategia e principi. Di Costanzo ha vinto grazie al supporto di altre forze politiche, altro che “abbiamo tutti contro”, ma Donato ha dimostrato che si può competere con coerenza, senza cedere a compromessi. Gli elettori hanno scelto, e ora spetta al sindaco unire la città. Tuttavia, la politica vive di idee, e Donato ha mostrato di averne una chiara, che potrebbe ancora ispirare molti.

Pasquale Cirillo

Donazione sostieni il Gazzettino Vesuviano
Condividi
PrecedenteIl calcio e l’economia locale: cosa muove davvero il settore sportivo
SuccessivoTorre del Greco: conferimento irregolare dei rifiuti, raffica di sanzioni ai trasgressori
IGV News
Il giornale “il Gazzettino vesuviano”, fondato nel 1971 da Pasquale Cirillo e attualmente diretto da Gennaro Cirillo, si interessa principalmente delle tematiche legate al territorio vesuviano e campano; dalla politica locale e regionale, a quella cultura che fonda le proprie radici nelle tradizioni ed è alla base delle tante associazioni e realtà che operano sul territorio.Siamo impegnati a garantire la massima qualità e la massima integrità nel nostro lavoro giornalistico. Ci impegniamo a mantenere alti standard etici e professionali, evitando qualsiasi conflitto di interesse che possa compromettere la nostra indipendenza e la nostra imparzialità.Il nostro obiettivo è quello di fornire ai nostri lettori notizie e informazioni affidabili su una vasta gamma di argomenti, dalle notizie di attualità ai reportage approfonditi, dalle recensioni ai commenti e alle opinioni. Siamo aperti a suggerimenti e proposte dai nostri lettori, e ci impegniamo a mantenere un dialogo aperto e costruttivo con la nostra community.