In quella che sembrava una tranquilla mattina di giugno, il verde di un campo coltivato a ortaggi nascondeva una storia ben diversa. Alle 11:00 circa, i militari del Nucleo Carabinieri Forestale di Marigliano hanno varcato il cancello di un terreno in località Candelora, nel cuore della Terra dei Fuochi. L’obiettivo era chiaro: contrastare l’abbandono dei rifiuti, piaga cronica di queste terre.
Il campo, 3.600 metri quadrati di apparenza agricola, apparteneva ad un uomo di 73 anni del posto, incensurato e residente nella stessa zona. Ma l’apparenza, si sa, spesso inganna. Appena entrati, i militari hanno scoperto una porzione di terreno — circa 150 metri quadrati — trasformata in una vera e propria discarica all’aperto. Cassette di plastica e di legno, contenitori di polistirolo, un carrellino da automobile arrugginito e senza targa: tutto giaceva esposto alle intemperie e sul suolo nudo, in condizioni che avrebbero fatto rabbrividire qualsiasi ambientalista.
E non era finita. Spostandosi in un’altra zona del terreno, gli uomini in divisa hanno trovato tracce inequivocabili di un incendio: plastica bruciata e metallo fuso, resti di rifiuti combusti che, secondo la legge, rientrano nella categoria dei rifiuti pericolosi. La combustione illegale è una delle ferite più profonde della Terra dei Fuochi, e ogni fumo che si alza da questi campi racconta una storia di inquinamento, illegalità e incuria. Ma il colpo di scena era ancora nascosto, coperto da un cumulo di terra alto circa un metro.
In quella che sembrava una semplice montagnola di terreno, i Carabinieri hanno trovato una fossa scavata ad arte. Dentro, sotto la terra, giaceva la carcassa di un cavallo. È stato lo stesso proprietario a raccontare che l’animale, a lui appartenente da circa dieci anni, era morto pochi giorni prima, il 2 giugno. Invece di rivolgersi a un servizio specializzato per lo smaltimento, ha scelto di seppellirlo nel suo campo.
Una scelta che la legge non consente. Anche la carcassa di un cavallo, per quanto non pericolosa, è considerata un rifiuto speciale e va trattata come tale, affidandone la gestione a ditte autorizzate. In questo caso, quel seppellimento è stato considerato a tutti gli effetti un ulteriore episodio di abbandono illecito di rifiuti.
Il terreno è stato in parte sequestrato. Il proprietario terreno è stato denunciato in stato di libertà per violazione delle normative ambientali, in particolare per gestione illecita e combustione illegale di rifiuti, secondo quanto previsto dagli articoli 256 e 256-bis del Decreto Legislativo 152/2006. Un altro tassello, purtroppo, in un mosaico di degrado che continua a emergere dai terreni della Terra dei Fuochi. Ma anche un segnale che il controllo e la tutela del territorio non si fermano.