Una serata di paura, follia e violenza all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia, dove una ginecologa in servizio è stata aggredita e ferita dal padre di una paziente ricoverata nel reparto di Ginecologia. L’uomo ha sfondato una porta a calci, ha colpito con schegge di metallo la dottoressa e l’ha trattenuta all’interno di una stanza, impedendole di uscire. L’episodio ha riacceso l’allarme sulla sicurezza del personale medico negli ospedali pubblici, soprattutto durante l’orario notturno, quando le visite non sono consentite e le protezioni sono minime.
L’irruzione fuori orario nel reparto di Ginecologia
Erano circa le 21:00 di mercoledì sera quando il padre di una giovane paziente di 23 anni si è presentato nel reparto di Ginecologia dell’ospedale stabiese, pretendendo di parlare con un medico. Secondo quanto ricostruito successivamente, l’uomo non aveva alcuna autorizzazione ad accedere al reparto, poiché a quell’ora le visite erano già terminate. Di fronte al rifiuto del personale, l’uomo ha dato in escandescenza, iniziando a urlare, minacciare e insultare i presenti.
Il sequestro della dottoressa e la porta sfondata
La situazione è degenerata in pochi minuti. L’uomo ha fatto irruzione in una stanza medica dove si trovava una ginecologa di turno e l’ha bloccata all’interno, impedendole di uscire. Subito dopo ha iniziato a prendere a calci la porta, fino a sfondarla. Le schegge di ferro e alluminio sollevate dalla violenza dell’impatto hanno colpito al braccio la giovane dottoressa, che ha riportato ferite visibili e sanguinanti. La stessa dottoressa ha poi raccontato: “Ho visto la porta arrivarmi addosso. Mi sono spostata giusto in tempo, poteva andare molto peggio”.
Il racconto della ginecologa: choc e dedizione
Nonostante lo stato di choc e le lesioni riportate, la dottoressa ha deciso di rimanere in reparto per continuare il proprio lavoro. “Ieri sera sono corsa in pronto soccorso per farmi medicare, ma c’era bisogno di me e sono rimasta al mio posto al lavoro”, ha dichiarato la mattina successiva. La ginecologa, che da tre anni si reca ogni giorno da Napoli per lavorare all’ospedale di Castellammare, ha ribadito: “Abbiamo bisogno di maggiore protezione”. La stanza dove si è consumata l’aggressione presenta ancora i segni della violenza, con la porta distrutta e le tracce della colluttazione visibili.
La ricostruzione: tensioni per motivi di privacy
Il motivo scatenante sarebbe stata la pretesa dell’uomo di ricevere informazioni sulla figlia da parte del personale medico. Secondo il racconto della ginecologa, il medico responsabile aveva già illustrato la situazione clinica direttamente alla paziente, come previsto dalle normative sulla privacy sanitaria. Tuttavia l’uomo non ha accettato il rifiuto e ha reagito con estrema aggressività. “È stato inutile tentare di fermarlo”, ha spiegato ancora la dottoressa, visibilmente provata dall’accaduto.
La denuncia alla Polizia e le indagini
Dopo l’aggressione, l’uomo si è dato alla fuga. Sul posto sono intervenuti gli agenti del Commissariato di Castellammare, allertati d’urgenza. La ginecologa ferita, insieme al primario del reparto, Eutalia Esposito, ha sporto denuncia contro ignoti. Le forze dell’ordine hanno avviato le indagini per risalire all’identità dell’aggressore, che al momento non risulta ancora identificato ufficialmente. Le telecamere e i registri di accesso dell’ospedale saranno probabilmente utilizzati per facilitare l’individuazione dell’uomo.
La richiesta dei medici: più sicurezza
L’aggressione ha suscitato forte sconcerto tra il personale del reparto, dove spesso si verificano situazioni di tensione legate ai parenti delle pazienti. “Quando una donna è in travaglio l’intera famiglia pretende di entrare in reparto, anche di notte. Siamo continuamente alle prese con i parenti, a volte violenti”, ha denunciato un altro medico del reparto. “Le guardie giurate hanno poteri limitati. Così non possiamo andare avanti”. Lo sfogo si conclude con un avvertimento: “Se continua così ce ne andiamo tutti”.
Un reparto sotto pressione continua
Il reparto di Ginecologia dell’ospedale San Leonardo serve l’intera area della provincia sud di Napoli, con un’affluenza costante di partorienti e urgenze ginecologiche. L’episodio ha messo in evidenza le carenze del sistema di sicurezza, soprattutto nelle fasce orarie notturne, e ha evidenziato l’urgenza di rafforzare i controlli e la tutela del personale sanitario. La vicenda ha riaperto il dibattito sulla vulnerabilità degli operatori sanitari e sulla necessità di misure concrete per garantire ambiente sicuro e condizioni di lavoro dignitose nei presidi ospedalieri.