Per quasi vent’anni il delitto di Michele Della Gatta, elemento del clan dei Casalesi assassinato in un lido di Castel Volturno nel 1999, è rimasto avvolto dal mistero. La prima indagine della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, avviata subito dopo l’omicidio, si concluse infatti con una archiviazione, non avendo identificato né i mandanti né gli esecutori.

Soltanto anni dopo, grazie alle dichiarazioni di importanti collaboratori di giustizia del clan, l’inchiesta è stata riaperta. Decisive le rivelazioni di Nicola Schiavone, primogenito del boss Francesco “Sandokan” Schiavone, e dello stesso Antonio Iovine, ex capoclan poi diventato collaboratore di giustizia, che hanno fatto luce su mandanti e dinamiche del delitto.

Nel 2022, sulla base di questi nuovi elementi, il giudice per l’udienza preliminare di Napoli Giovanni De Angelis aveva condannato Michele Zagaria, considerato uno dei capi storici del clan dei Casalesi, a 30 anni di reclusione per aver ordinato l’omicidio.

Ma ieri, un clamoroso colpo di scena: la Corte d’Assise d’Appello di Napoli ha assolto Zagaria dall’accusa di essere il mandante dell’omicidio Della Gatta, ribaltando totalmente il verdetto di primo grado.

Confermate invece le condanne per gli altri imputati: Vincenzo Schiavone, alias “Petillo”, ritenuto esponente di vertice del clan, resta condannato a 30 anni di carcere; Antonio Iovine, oggi collaboratore di giustizia, vede confermata la condanna a 10 anni e otto mesi, già inflitta tre anni fa.

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