Il cibo del futuro sarà certamente determinato dalle proteine derivanti da insetti e larve e in questo senso il punto commerciale stabiese, certamente, stava vendendo sottocosto un prodotto ben più costoso delle uova, ma chi stava acquistando il prodotto cercava delle uova, proteine animali, ma certamente meno costose di quelle che stava per portare a casa.
Il fatto degno di nota è avvenuto nella mattinata di sabato 1 novembre. Supermercato affollato, come al solito nel fine settimana, e magari di più, a causa delle festività di questi primi giorni di novembre. Carrelli pieni e scaffali presi d’assalto.
Nello scatolone, enorme, sistemato tra i reparti del punto vendita, viene prelevata una maxi confezione di uova, di quelle formato famiglia e posizionata nel carrello per poi proseguire gli acquisti ed arrivare alle casse.
Ed è proprio qui, complice le lunghissime, inevitabili e comprensibili file per pagare, che lo sguardo, abbandonato all’attesa di quei lunghi minuti, cade proprio sulla confezione di uova e appare finalmente nitida la sorpresa. La confezione di plastica trasparente brulica di piccoli vermicelli diafani, bianchi, in cammino alla ricerca di cibo, aria e sopravvivenza sfruttando i fluidi di qualche uovo rotto, forse più di uno. Ma appena finito il momento “SuperQuark” e ritornati anche con la mente a Castellammare, con i piedi ben piantati per terra al cospetto di uno stanco commesso, la prima cosa da dire non poteva che essere: “Posso parlare con il responsabile del negozio presente in questo momento?”
“Dlin-dlon… il responsabile all’ufficio”… qualcosa del genere si è sentito dal gracchiante altoparlante e mentre il responsabile era nel gabbiotto all’ingresso ad aspettare chi aveva chiesto di poter far presente la “straordinaria scoperta scientifica” restava per qualche minuto ad attendere alle casse. Poi, stanco, provava a vedere se il non meglio identificato responsabile fosse ad aspettare sull’altra sponda dell’ufficetto. Era proprio lì.
Condivisa la scoperta il dipendente del frequentato negozio stabiese restava nemmeno troppo perplesso riuscendo a rispondere solo: “Ma non siamo noi a trasportare la merce. Qualche uova si sarà rotta e…”. Ottimo tentativo di difesa, ma chiaramente debole. Certamente è vero che nel trasporto qualcosa può essere accaduto, qualche uova possa essersi rotta e di certo non è responsabilità del negozio finale. Ma il controllo degli scaffali? Di chi è la responsabilità di ciò che si offre ai clienti finali?
Ecco, le uova dovevano essere rotte certamente da un bel po’ di tempo. Troppi “vermicelli all’uovo” erano presenti nella confezione, e nelle altre poche rimaste nel bancale ancora in esposizione nel supermercato, per essere una cosa recente. Le uova con la loro aggiunta di “proteine sostenibili”, fonte nutrizionale completa, ricca di amminoacidi essenziali, vitamine del gruppo B e minerali come ferro, zinco e calcio, sono state offerte ai clienti a prezzo certamente ottimo, a fronte del prodotto d’eccellenza, per diversi giorni… ma a parere di chi cercava solo delle uova, l’offerta speciale è apparsa certamente fuori posto, non richiesta e sconcertante.
E allora come concludere questo nostro racconto, continuando a fare servizio pubblico? Bene signori, dato che i controlli nel negozio stabiese sembrano essere, diciamo così, “allegri”, se proprio volete continuare a servirvi presso quel punto commerciale: “occhi aperti”. Apertissimi, anche perché, dove i piccoli ospiti indesiderati dopo giorni di cammino siano potuti arrivare, questo non è dato sapere.
Gennaro Cirillo








