Su Rai 5, il teatro di Eduardo Scarpetta in Tv

A novembre, un ciclo di quattro commedie del grande attore e commediografo napoletano

Il nascere ricchi e nobili non è che un caso, mentre invece le azioni, la virtù e l’onore formano sulla terra il vero gentiluomo!”. Una battuta, quella di una delle commedie di esordio della carriera drammaturgica di Eduardo ScarpettaLu curaggio de nu pumpiero napulitano, in onda il 9 novembre su Rai 5, alle 15:50 ‒ che condensa in poche ma significative parole il percorso umano e artistico di una delle personalità più importanti dello spettacolo italiano. E che inaugura un ciclo televisivo di opere dalle quali emerge l’ambizione e la vitalità incontenibile che Scarpetta ha riversato nel teatro, e che sarà un lascito artistico per tutti i suoi figli, compresi quelli naturali (Eduardo, Titina e Peppino De Filippo).

“Lu curaggio de nu pumpiero napulitano” apre il ciclo

La commedia ‒ scritta nel 1877 e poi completamente riscritta da Eduardo De Filippo nella struttura e nella lingua, con l’aggiunta di scene lasciate all’estro degli attori che spesso recitavano a soggetto ‒ fa parte, come le altre del ciclo (di cui De Filippo è anche interprete insieme a Luca De Filippo, Isa Danieli, Lina Sastri e Marisa Laurito, tra gli altri), delle regie televisive realizzate da Eduardo per la Rai nel 1975.
La storia è quella di Felice Sciosciammocca, povero maestro di calligrafia innamorato di Virginia, figliastra del barone Andrea, ex ciabattino arricchitosi grazie ad una eredità. Costui vuole che Virginia sposi il marchesino Zoccola, e quando Felice scopre Virginia a colloquio con il nobile, va in escandescenze, tanto che interviene il barone per cacciarlo.
Quando, da una fotografia in possesso del giovane, il barone Andrea scopre che costui è il figlio della sua prima moglie, il matrimonio diventa possibile, complice la vera natura dei marchesi Zoccola, poveri guitti fattisi passare per nobili.

“Li nipute de lu sinnaco”: il teatro degli equivoci

Il ciclo prosegue il 16 novembre con la commedia del 1885 Li nipute de lu sinnaco, in cui il benestante Ciccio Sciosciammocca, sindaco di Pozzano, ha due nipoti: Felice, un bravo ragazzo che compie i suoi studi a Milano, e Silvia, che, per seguire Achille, un suo innamorato segreto, è scappata dal collegio.
Ciccio ha deciso di lasciare tutta la sua eredità a Felice, ma questi, durante il viaggio per incontrare lo zio, ha baciato, per leggerezza e in modo un po’ avventato, la giovane Nannina, e viene inseguito dal fratello di questa che, considerando la sorella ormai disonorata, pretende riparazione.
La trama intricata della commedia culmina nel lieto fine, con il perdono dello zio che permette ai nipoti di coronare il loro sogno d’amore: Silvia sposerà Achille e Felice la giovane compromessa.

“’Na santarella” e “O’ tuono ‘e marzo” chiudono l’omaggio

Concluderanno l’omaggio al teatro di Scarpetta ‘Na santarella del 1889 (in onda il 23 novembre), il cui intreccio ruota intorno alla figura di Don Felice, maestro d’organo nel convento delle Rondinelle, che, appassionato di operette, di notte si trasforma in un artista moderno e licenzioso per coronare il sogno di metterle in scena.
Il suo segreto viene scoperto da un’educanda sbarazzina, Nannina, detta “santarella”, che, appassionata delle sue composizioni, lo ricatta, minacciando che se non la condurrà a teatro per vedere uno dei suoi spettacoli, rivelerà alle monache la sua attività clandestina.
E O’ tuono ‘e marzo (in onda il 30 novembre), commedia di Vincenzo Scarpetta, figlio legittimo di Eduardo Scarpetta e a lungo sodale artistico di Eduardo De Filippo. Il protagonista, Felice Sciosciammocca, è un giovane borghese al quale Turillo, un povero “munnezzaro”, ha salvato la vita. Per gratitudine, Felice decide di tenerlo con sé, ma Turillo si rivela ben presto scostumato e lazzarone.
Questi viene a sapere che Felice è figlio di Sofia: la donna, infatti, cadendo svenuta tra le braccia di uno sconosciuto durante una notte di tempesta, si ritrovò gravida. Turillo si spaccia allora per il padre di don Felice e, a più riprese, diventa protagonista di una serie di intrighi e di equivoci esilaranti.

Un omaggio alla tradizione teatrale partenopea

Quattro appuntamenti irrinunciabili per non dimenticare una delle figure fondamentali del teatro dialettale moderno partenopeo, simbolo di una Napoli colta, vivace e irresistibile, capace di far ridere e riflettere, lasciando un segno eterno nella storia dello spettacolo italiano.

Viviana Rossi

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