La crisi economica si fa sentire a Napoli e in tutta la Campania. Si sta attraversando un periodo di recessione, soprattutto nel periodo post Covid. Sono maggiormente colpiti il settore industriale e il terziario e in tutta la provincia di Napoli gli ultimi dati evidenziano che è in aumento il tasso di disoccupazione. A causa delle difficoltà causate dall’epidemia di coronavirus, tutta la regione ha risentito di molte complessità e sicuramente, adesso che siamo arrivati a settembre e si fanno sentire le chiusure della stagione turistica, sarà difficile riuscire ad avere speranze di ricrescita. In realtà la Campania è stata una tra le regioni meno colpite dall’epidemia, però è chiaro che nell’ambito del sistema-Italia si stanno facendo sentire anche qui gli effetti del periodo post lockdown. Le imprese sono in crisi soprattutto per quanto riguarda la mancanza di liquidità. Ma vediamo più precisamente i dettagli relativi alla crisi economica in Campania.

I dati sulla crisi economica in Campania forniti dall’Anpal

L’Anpal, l’Agenzia nazionale sulle politiche attive e sul lavoro, ha fornito un rapporto molto dettagliato sui dati che riguardano la crisi economica in Campania. A quanto pare le aziende e i cittadini hanno dovuto cambiare le loro abitudini, anche per quanto riguarda la gestione del loro capitale e dei loro risparmi e si sono rivolti anche a nuovi tipi di investimenti, come quelli descritti sul sito https://www.giocareinborsa.com/come-investire-in-borsa.

Secondo l’Anpal oggi sono 400 le aziende che si trovano in difficoltà in Campania. Alcune di queste aziende hanno già chiuso e nei prossimi mesi anche altre potrebbero giungere al termine delle loro attività, se non si avranno interventi mirati a livello governativo.

Ci sarebbero a rischio circa 1.750 posti di lavoro. Nel dettaglio in pericolo ci sono i posti di lavoro per 650 operai dell’industria, 735 del settore terziario, 247 del commercio e 164 del campo dell’edilizia.

La disoccupazione e la crisi della struttura produttiva

Uno dei problemi fondamentali che si riscontrano è legato al fatto che la crisi della struttura produttiva sta già facendo aumentare di molto il tasso di disoccupazione.

In particolare a Napoli e nella sua area metropolitana il tasso è davvero molto alto, visto che la disoccupazione si aggira intorno al 40%. Particolarmente preoccupante è anche il numero di quei giovani inoccupati che non studiano e non lavorano. Si calcola che la loro percentuale corrisponda a circa il 38%.

In tutta la provincia di Napoli e in quella di Caserta restano alti i numeri della disoccupazione che dura da lungo tempo. Tutto questo costituisce un’emergenza anche di carattere sociale. La popolazione può contare su alcune misure di welfare assistenziale che, nella maggior parte dei casi, sono costituite da pensioni, bonus fiscale e reddito di cittadinanza.

Soprattutto quest’ultimo, considerando i dati forniti dall’Inps, verrebbe percepito da più di 260.000 famiglie in tutta la regione. Di queste, 214.000 si trovano soltanto nell’area metropolitana di Napoli.

Comunque non soltanto in Campania, ma in tutto il Sud Italia, le difficoltà permangono. Come ha evidenziato il rapporto Svimez, che si occupa di effettuare analisi sullo sviluppo del Mezzogiorno, in tutto il Sud del nostro Paese si parla di una perdita di 380.000 posti di lavoro.

Le previsioni per i prossimi mesi in questo senso non sono affatto rassicuranti. Anche la Banca d’Italia, per mezzo delle filiali campane, ha avviato un’indagine molto interessante da questo punto di vista. Basandosi sui dati emersi da marzo a maggio, è risultato che si prevede un calo del fatturato del 30% per più della metà delle imprese in tutto il territorio della regione.

Alcune aziende hanno chiuso e le perdite maggiori si sono evidenziate soprattutto nel settore del turismo. Infatti a risentire delle difficoltà economiche legate al lockdown sono stati soprattutto gli alberghi, i ristoranti e i locali.



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