Una celebrazione del primo maggio dedicata a chi il lavoro non ce l’ha, a chi rischia di perderlo, a chi per esso ha perso la propria vita. E’ questo il pensiero delle ACLI napoletane mentre si avvicina la ricorrenza della festa dei lavoratori. “Saremo – afferma il presidente delle Acli Pasquale Orlando – con i nostri circoli a fianco di quanti rischiano il licenziamento, con un pensiero speciale a tutte le vittime di incidenti sul lavoro. La solitudine dei lavoratori soprattutto quelli precari e irregolari, la maggior parte giovani e immigrati, rappresenta un ostacolo alla diffusione della cultura della sicurezza e della responsabilità, facilitando al contrario il prodursi di situazioni rischiose. Ma è una solitudine che riguarda oggi tutti i lavoratori, vittime di una deriva individualistica che ha intaccato il lavoro e i lavoratori così come la società intera. Bisogna allora recuperare e ricostruire quella radice di socialità del lavoro, che nella storia ha significato diritti di cittadinanza, giustizia sociale e solidarietà. È questa la ragione per cui riteniamo importante rilanciare e promuovere anche in futuro i valori della mutualità, della cooperazione e della solidarietà, che da sempre si collegano alla cultura dei lavoratori”. Per le ACLI di Napoli la famiglia rappresenta un fattore coesivo particolarmente efficace; infatti non è solo un soggetto da assistere, ma una risorsa sociale da valorizzare sviluppando la sua capacità di autotutela e autopromozione”. Da qui l’intuizione di lavorare con le famiglie in una fase caratterizzata da una grave crisi economica e morale. Dieci nuovi punti famiglia con attività a tutto raggio a partire dal 1 Maggio che per i cattolici è anche la festa di S.Giuseppe Artigiano, uomo del lavoro e massimo protettore della famiglia. Furono proprio le Acli, poco più di 50 anni fa, a chiedere che la Chiesa ‘battezzasse’ il primo maggio come festa cristiana dei lavoratori. E fu Papa Pio XII, il 1° maggio 1955, davanti ad una folla sterminata di aclisti convenuti a Roma da ogni parte d’Italia per il primo decennale dell’associazione, ad annunciare in Piazza San Pietro l’istituzione della festa liturgica di ‘S. Giuseppe Artigiano’, per dare un protettore ai lavoratori e un senso cristiano alla festa del lavoro. ‘L’Osservatore Romano’ ne dava così notizia: ‘La presenza di Cristo e della Chiesa nel mondo operaio. Il 1° Maggio solennità cristiana’.