
La Giunta Comunale aumenta del 25% la tassa sui rifiuti (TARSU) e, anziché criticare il Governo Berlusconi che con le sue scelte ha causato l’aumento, cerca di scaricare la responsabilità sulla precedente Amministrazione.
Secondo il Sindaco Bobbio, infatti, l’aumento della tassa sarebbe stato provocato dalla bassa percentuale di raccolta differenziata raggiunta negli scorsi anni dal Comune di Castellammare di Stabia, rispetto agli altri Comuni della provincia di Napoli, che ha comportato un costo di € 96,43 per lo smaltimento di ogni tonnellata di rifiuti indifferenziati.
Quanto affermato è semplicemente falso!
Come si può facilmente evincere dall’analisi dei dati pubblicati dalla Prefettura di Napoli e dalla Provincia di Napoli, il Comune di Castellammare di Stabia ha raggiunto risultati migliori rispetto ai maggiori altri Comuni della provincia di Napoli.
Infatti, da detti dati emerge che, proprio in virtù della maggiore efficacia della raccolta differenziata attuata negli scorsi anni, il costo per lo smaltimento di una tonnellata di rifiuti indifferenziati del Comune di Castellammare di Stabia (€ 96,43) è inferiore alla media (€ 99,12) degli altri principali Comuni della Provincia di Napoli (Acerra, Afragola, Casoria, Casalnuovo di Napoli, Ercolano, Frattamaggiore, Giugliano in Campania, Marano di Napoli, Napoli, Portici, Pozzuoli, San Giorgio a Cremano, Torre Annunziata e Torre del Greco).
Il maldestro tentativo dell’Amministrazione Bobbio di volere addossare la responsabilità dell’aumento ad altri, nonostante conosca i dati sopra indicati, nasconde il vero motivo che costringe i cittadini stabiesi a pagare il 25% in più della tassa.
L’aumento della tassa, infatti, è dipeso dalle sciagurate e perseverate scelte del Governo Berlusconi che dopo aver costretto i Comuni della Campania (gli unici in Italia) ad aumentare la tassa sui rifiuti solidi urbani (TARSU) dell’anno 2009 per coprire integralmente i costi del servizio con oneri a carico dei cittadini, con l’art. 11 del decreto legge n. 195 del 2009 convertito dalla legge n. 26 del 2010, nell’affermare la fine dell’emergenza rifiuti in Campania (altra falsità atteso che nelle prossime settimane i Comuni si troveranno ad affrontare una nuova emergenza anche a causa del mancato rispetto degli impegni assunti dal Governo), ha stabilito che per il 2010 la TARSU deve nuovamente essere aumentata per coprire anche i costi delle nuove società provinciali che si occuperanno dal 2011 del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti.
Le predette società provinciali svolgeranno l’intero servizio soltanto a partire dal 2011 ma già dal 2010, nonostante le stesse gestiscono solo lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati, i cittadini campani sono costretti a pagare tutti i costi delle società provinciali compreso quello di tutto il personale che hanno assunto (come?) e che assumeranno (come?).
A partire dal 2011, inoltre, alle stesse società provinciali saranno affidate anche le attività di accertamento e di riscossione del tributo; l’inesperienza nel settore comporterà inevitabilmente una riduzione delle efficacia dell’azione accertativa.
L’aumento dei costi gestionali e la riduzione del recupero dell’evasione avrà come conseguenza ancora una volta l’incremento delle tariffe della TARSU con notevole aggravio di costi per i cittadini come già accaduto per la “privatizzazione” dell’acqua.
Senza trascurare che il passaggio della gestione alla Provincia comporterà l’eliminazione dei benefici fiscali che attualmente il Comune garantisce ad oltre 5.000 famiglie stabiesi in condizioni economiche disagiate e alle famiglie composte da una sola persona; ne conseguirà che le predette famiglie “deboli” dovranno pagare la TARSU integralmente senza alcuna agevolazione.
Senza il predetto affidamento alla Provincia il Comune di Castellammare di Stabia per il 2010 avrebbe potuto non aumentare la TARSU e, se si fosse potuto non tenere conto delle difficili condizioni economiche della Multiservizi gravemente colpita dai costi sostenuti a causa dell’emergenza rifiuti in questi anni e che rappresenta una questione aperta che va presto affrontata per il bene della città, si sarebbe potuto tentare addirittura di ridurla grazie agli eccellenti risultati ottenuti dalla lotta all’evasione durante la gestione precedente.
Negli ultimi tre anni, infatti, con l’investimento fatto nella costituzione di un apposito Settore, per i due principali tributi comunali (ICI e TARSU), l’Ente ha individuato oltre 12.200 evasori recuperando circa 9 milioni di euro.
I risultati raggiunti evidentemente hanno scoraggiato il Sindaco Bobbio che, tra i primi provvedimenti assunti, ha depotenziato il Settore Tributi licenziando 10 lavoratori che hanno contribuito alla lotta alla evasione e sostituendo un dirigente con valenza riconosciuta a livello nazionale con uno a tempo parziale che si occupa di più Settori e senza specifiche competenze ed esperienza nella gestione dei tributi.
Il tutto quando, invece, il Settore Tributi del Comune andrebbe ulteriormente potenziato per reperire le necessarie risorse finanziarie per l’erogazione dei servizi come voluto dallo stesso Governo nazionale che continua a tagliare i trasferimenti ai Comuni.
La maggioranza politica di cui lo stesso Sindaco Bobbio fa parte attribuisce ai Settori Tributi dei Comuni un ruolo centrale attribuendogli nuovi e complessi compiti quali: l’attuazione del federalismo fiscale, la obbligatoria collaborazione con l’Agenzia delle Entrate nella lotta alla evasione dei tributi erariali e la riforma della riscossione delle proprie entrate non più affidata direttamente ad Equitalia.
L’atteggiamento del Sindaco Bobbio è, quindi, contradditorio con la sua stessa maggioranza e anche di questo suo comportamento sarebbe opportuno che fornisse una spiegazione ai cittadini.