Il dibattito che sta prendendo piede in queste ultime ore, in seguito a qualche nostra osservazione, ci impone di chiarire innanzitutto che la nostra azione non vuole essere di nocumento per alcuno, se non rivendicare la necessità di aprire un dibattito politico su tematiche che nella nostra città scottano in modo particolare, oltre che per rivendicare il primato della politica e del dialogo che da troppo tempo risulta essere la grande assente della politica stabiese. Urge pertanto qualche precisazione che contribuisca a fare chiarezza ed evitare inutili e strumentali interpretazioni E’ senz’altro apprezzabile la riflessione del giovane consigliere comunale senza “partito”, Aldo Esposito, siccome esprime l’esigenza, comune a tutta la maggioranza uscita vittoriosa dalle scorse elezioni, di trovare il modo di praticare in via amministrativa, quella discontinuità politica e morale , con la passata gestione del centrosinistra, purgata definitivamente dalla logica dei “corrispettivi” per gli addetti ai lavori, consiglieri, ed assessori. A meno che non sia più realista di re…Luigi.
Tuttavia, occorre spendere qualche parola purchè “suocero intenda” sulla reale questione della pseudo dissidenza del PDL, che per comodità pelosa giornalistica viene rappresentato come partito di lotta (interna) e di governo (per pochi).
Alla vigilia delle elezioni, vi erano candidati di “famiglia” a Sindaco, (incluso il solito e solitario Sicignano che persino nei seggi elettorali insediò a rappresentanti di lista i suoi familiari), mentre altri movimenti erano sorti per mandare a casa Salvatore Vozza, a causa della sua pessima amministrazione e demagogia sulla Fincantieri, sulle Terme e sulla reggia di Quisisana, incluso il fallimento della Tess e delle municipalizzate, ormai sul baratro del fallimento.
Tutto ciò fu consacrato in un documento alla Città, che portava la firma, tra gli altri, di Carrillo, di Cecere, di Mascolo, di Ingenito Giovanni e di Vittorio Veropalumbo, cofondatore di “Stabia in movimento” e suocero di Esposito Aldo, (a memoria anch’esso presente) lasciando sul campo una prima vittima, (De Angelis) nonostante l’aiuto di autorevoli esponenti del PDL, scartato per il suo passato autorevole nella giunta Vozza. Dopodiché si delineò la candidatura di Bobbio.
Ciò premesso, pur considerando che qualche firmatario del documento in seguito sia stato folgorato sulla Via di Damasco (o di Sant’Antonio Abate) in merito alla “ristrutturazione” di un PDL, che dovrebbe condizionare e sorvegliare l’attività amministrativa e politica proprio dei suoi “rinnovatori”, ci siamo pubblicamente, e non nelle riunioni di maggioranza eventualmente dispensatrici di “corrispettivi”, fatti interpreti della sensazione diffusa in città, che gli unici risultati ottenuti sulla “discontinuità politica e morale con la passata giunta” siano dovuti all’infaticabile ed encomiabile lavoro della Prefettura e della Polizia.
Certo, ci si può accusare che come uomini di “lettere” di manzoniana memoria, non ci siamo rivolti a don Rodrigo (di turno), per chiedere conto di tali ostacoli alla realizzazione del matrimonio fra la società civile e la politica, che Bobbio in persona ha officiato egregiamente. O addirittura, di non esserci rivolti a Cesaro, commissario del PDL provinciale, che mantiene ancora oggi, un privilegiato canale su Castellammare.
Al contrario degli altri, senza alcuna adulazione ipocrita, noi ci rivolgiamo proprio a Bobbio, dalle indiscusse e limpide capacità, tecniche e morali, a cui abbiamo delegato la scelta degli assessori, perché recuperi, senza sconti, quello spirito e quella intesa con la città che lo ha portato alla vittoria al primo turno.
Per cui, ti ringraziamo Consigliere Esposito Aldo per la tua attenzione, e ti invitiamo a fermarti, non in periferia, ma insieme a noi, al centro con Bobbio per ricominciare, da TRE: Terme, Reggia di Quisisana, Tess.
Senza dimenticare che dobbiamo aprire un forte e pubblico contenzioso con la regione Campania e con il Governo per la Fincantieri, almeno pari a quello di Pomigliano.
I “dissidenti” del PDL