Nonostante la scorsa settimana gli abitanti di Boscoreale abbiano smontato il presidio, dando fuoco al gazebo, la loro protesta per la chiusura della discarica di Cava Sari continua.
La scorsa notte hanno fermato nuovamente gli autocompattatori che si dirigevano nel Parco Nazionale del Vesuvio. Circa una ventina di camion fetidi, che perdevano percolato, sono stati mandati indietro, dieci dei quali provenienti da Torre del Greco e contenenti “tal quale”, invece del secco indifferenziato. Circolavano con targhe irriconoscibili e con bolle di accompagnamento indecifrabili.
Sotto richiesta dei cittadini, e con l’appoggio della polizia gli autocompattatori sono tornati ai comuni di competenza, ma la Polizia municipale non era presente per poter “rilevare sanzioni e verbalizzare il dolo”.
A controllare i camion insieme ai cittadini c’erano i consiglieri comunali di opposizione.
La promessa del sindaco di Boscoreale, Gennaro Langella di essere presente insieme alla Polizia locale e ai rappresentanti dei cittadini per controllare in prima persona gli autocompattatori che avrebbero dovuto conferire in Cava Sari, non sono state mantenute, e nel Parco Nazionale del Vesuvio continua a verificarsi uno scempio disumano che col tempo porterà la morte non solo del territorio.
Il consigliere comunale del PD, Francesco Paolo Oreste scrive: «Le istituzioni hanno abdicato rispetto al proprio ruolo di rappresentanti degli interessi dei cittadini. A fronte di una prima tranche di risultati inquietanti i sindaci di Terzigno e Boscoreale hanno deciso di ignorare l’appello dei comitati a svolgere ulteriori analisi. Le amministrazioni sono ferme al palo mentre pochi dignitosi e denigrati cittadini continuano ad effettuare i controlli sugli autocompattatori che arrivano in discarica, un controllo che sarebbe un dovere delle autorità e delle istituzioni precostituite all’uopo».
Non sono serviti patti con i cittadini, tra gli stessi comuni della zona rossa, con i politici locali. Non sono servite le promesse del Premier Berlusconi. Il problema sembra essere superato, ma è ancora lì, dimenticato, e per questo ancor più pericoloso.
Giovanna Sorrentino