«Il parcheggio per le auto dei consiglieri comunali in prossimità di una scala antincendio della scuola c.d. “ex Seminario” e nella zona dedicata all’eventuale evacuazione degli alunni». È la denuncia del consigliere comunale di opposizione Antonio Sicignano, leader del Cdl stabiese. «Si tratta di una scelta decisamente inopportuna, per vari motivi. Innanzitutto si rileva come potenzialmente rischiosa per gli studenti della scuola nota come “ex Seminario”, ovvero la scuola dell’infanzia e primaria del II circolo didattico. Le auto dei consiglieri, infatti, non solo intralciano la scala di emergenza della scuola, ma vanno ad occupare proprio quell’area che dovrebbe eventualmente servire da punto di raccolta in caso di un evento che dovrebbe imporre una evacuazione di bambini fino a 5 anni». «Si pensi, inoltre, che proprio su quell’area v’è anche il “Museo Diocesano Sorrentino Stabiese” e le auto dei consiglieri finiscono per intralciare anche l’ingresso al medesimo istituto. Per questo motivo, ho presentato una interrogazione al Sindaco e chiedo che i consiglieri comunali, oltre a restituire le penne di 100 euro regalategli dal Sindaco, restituiscano anche le chiavi del parcheggio».
«Definire la regolamentazione di un semplice parcheggio, già selvaggio, un nuovo privilegio per la “casta” significa mortificare l’intelligenza dei cittadini». Lo ha detto il sindaco di Castellammare di Stabia, Luigi Bobbio. «Al consigliere Sicignano – ha aggiunto Bobbio – ricordo che abbiamo semplicemente regolamentato il flusso veicolare e di sosta di un’area che è e resta assolutamente accessibile e liberissima dal punto di vista pedonale. Ricordo a lui – ha continuato il sindaco – che stiamo già provvedendo alla delimitazione dell’area che interessa sia l’accesso al museo diocesano sia l’uscita di emergenza della vicina scuola. E comunque, detto per inciso, invito tutti a non usare parole grosse, ricordando che, per fare i moralisti, occorrerebbe avere alle proprie spalle un percorso ineccepibile. L’unica “casta” che noto in giro – ha concluso Bobbio – è quella dei qualunquisti».
Catello Somma