C’è una generazione in questo paese che vive nelle condizioni di incertezza e precarietà, quella generazione che il significato della parola famiglia lo conosce soltanto perché rappresenta tutto il suo welfare: il salario dei genitori, il loro trattamento di fine rapporto, la pensione dei nonni, in pratica l’unica garanzia per mutui e prestiti. Incertezza e precarietà sono condizioni che oggi non sono più soltanto la descrizione del lavoro come incerto strumento di sussistenza ma sono il racconto di qualcosa di molto più complesso, sono il racconto di un Italia che calpesta il merito, il talento e la libertà di essere ciò che si vuole. Ora ciò che dovremmo chiederci è: qual è la risposta che la politica dovrebbe dare ? A questa domanda purtroppo non riusciamo sempre ad avere risposta, al massimo possiamo trarre qualche conclusione in negativo, arrivando a comprendere ciò che la politica non dovrebbe fare. Ed ecco infatti che la politica mostra di essere dignitosa solo con pochi: in una città che vive la più profonda crisi industriale della sua storia, che è fra le prime in Campania per il livelli altissimi di disoccupazione giovanile, si assumono (in alcuni casi anche a tempo indeterminato) amici e autisti nelle partecipate del comune con l’unico “merito” di essere stati “segnalati” da qualcuno. Un atto scellerato che è la fotografia di un paese e che segna il confine fra chi avendo la cosiddetta “Botta” va avanti, senza dover misurare le proprie competenze, e la maggioranza di “meno fortunati” che brancola in un mondo,quello del lavoro, dove anche l’indignarsi sembra essere diventata una pratica quotidiana, tanto da non far più scalpore, e anzi guardando a questi avvenimenti con gli occhi di chi non si è mai aspettato nulla di diverso.
Ora Bobbio ,il negligente podestà, eviti di rispondere “me ne frego”, perché non fa torto ai suoi avversari politici, ma fa torto ad un intera generazione di giovani che vivono la precarietà e l’accesso al mondo del lavoro come un dramma, che vivono in quella Italia dove diventa incerta e precaria anche la possibilità di progettare, quella Italia dove precariato non è più una variabile che riguarda il solo mondo del lavoro, ma che invade e occupa per intero la nostra esistenza.
Bobbio invece di fare lo spaccone, dicendo buffonate e minacciando querele si vergogni e pensi seriamente a fare il sindaco.
La politica ha bisogno oggi, soprattutto in Campania, di ricostruire una propria dignità e di mettere al centro dell’agenda politica un nuovo patto con le giovani generazioni che faccia della questione morale e dell’investimento in scuola università e ricerca il punto cardine della valorizzazione delle risorse e delle competenze del nostro Mezzogiorno.
Giovani di Sinistra Ecologia Libertà