Fumata ancora nera per la SuperPlastik

Martedì mattina, aula consiliare del comune di Pompei. Come da appuntamento alle ore 12 circa una delegazione della SuperPlastik, l’azienda della plastica di Pompei, si è recata al programmato incontro con i vertici amministrativi del comune mariano. Ad aspettarli il primo cittadino Claudio D’Alessio ed il Presidente del Consiglio Comunale, Ciro Serrapica.Con la delegazione di dipendenti anche Enzo Schettino, figlio di Carmine fondatore della fabbrica di via Casone, accompagnato dall’architetto Vangone, tecnico di fiducia della proprietà.Purtroppo ai fini pratici l’incontro non ha portato alcun vantaggio alla causa della Superplastik, ma di certo è servito a chiarire agli amministratori intervenuti alcuni passaggi fondamentali che hanno ancora una volta avvalorato quanto sostenuto dalla famiglia Schettino. Di comune accordo si è deciso di rimandare tutto e di aggiornare ancora una volta la pratica in questione con gli ultimi documenti e con le nuove controdeduzioni che i tecnici Superplastik produrranno.Dal canto loro i dipendenti si sono detti soddisfatti per l’incontro e per la disponibilità dimostrata dal sindaco e dal presidente del consiglio comunale, ma preoccupati per l’esito ancora fumoso di tutto l’iter e per una conclusione di tutta la querelle ancora lontana da venire.A conclusione dell’incontro abbiamo raccolto le dichiarazioni dell’amministrazione a cominciare dal sindaco D’Alessio che ha confermato, insieme al presidente del consiglio, l’assoluta volontà di venire incontro alle esigenze di una realtà economica e produttiva come quella dell’ importante opificio, tra le prime realtà italiane nel settore della plastica. Soddisfatto anche Enzo Schettino soprattutto per l’intesa trovata con i rappresentanti del comune mariano, ma non del tutto convinto sull’ulteriore prolungarsi dei tempi per la risoluzione di problemi che lo stesso ritiene inesistenti. A suffragare quanto affermato dalla proprietà una raccolta di sentenze dei Tribunali Amministrativi Regionali un po’ di tutt’Italia. I documenti raccolti dall’azienda saranno prodotti, se necessario, nelle prossime sedi deputare a dirimere la questione. «Quanto già sentenziato da diversi TAR ha affermato sempre Enzo Schettino – in sostanza evidenzia che pur sussistendo un abuso, e sottolineo che a nostro avviso non c’è alcuna situazione del genere, l’ amministrazione comunale non può contestarla trascorso un ragionevole lasso di tempo, cosa che invece è accaduta a Pompei. E nel caso dovrebbe avvolorare l’eventuale opposizione con motivi di interesse pubblico, cosa che i tecnici comunali non hanno fatto in quanto non esistono motivi del genere».In conclusione non ci resta che registrare, nei fatti, ancora un nulla di fatto, ma dopo troppi mesi di totale pessimismo finalmente ci sembra di riscontrare nuovamente qualche affermazione che lascia sperare in positivo per il futuro della quarantennale attività industriale della periferia pompeiana. Se così non fosse i vertici dell’opificio pompeiano si sono detti pronti a ricorrere al Tar senza nascondere che in tal caso, per la inevitabile ulteriore perdita di tempo prezioso, sicuramente si muoveranno legalmente anche nei confronti del comune di Pompei.

Gennaro Cirillo

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