«È evidente che ci sono alcune regioni, con la Campania in testa, che hanno problemi sismici o idrogeologici». Il dibattito sul nucleare suscitato dalle immagini apocalittiche provenienti dal Giappone coinvolge anche il governatore della Campania, che dalle pagine del Mattino è intervenuto sull’eventualità di centrali nucleari nella regione. La Campania – lo ricordiamo – è una delle quattro regioni italiane, insieme a Lombardia, Piemonte e Veneto, ad aver dato parere favorevole (subordinato però ad alcuni emendamenti) al decreto legislativo del governo che riguarda i criteri di localizzazione degli impianti nucleari e dei depositi di rifiuti. «La preoccupazione del mondo – ha spiegato il governatore – deve guardare innanzitutto alla salute e alla sicurezza dei cittadini. La scelta del nucleare è una scelta mondiale, europea. Abbiamo centrali al di là delle Alpi, nel bacino del Mediterraneo e ne avremo a cento chilometri da noi. E come abbiamo visto il mare non ti difende e noi compriamo l’energia nucleare da questi paesi, fatta in centrali che noi non controlliamo». Caldoro, dunque, mette in guardia «da battaglie di bandiere, ideologiche, strumentali» e colloca la questione in uno scenario più ampio. «L’Europa – ha avvertito – deve decidere cosa fare, non solo l’Italia». Per quanto poi riguarda la possibilità che la Campania possa ospitare centrali nucleari, la scelta, secondo il governatore, non può che essere compiuta dai tecnici: «Si tratta di una scelta da fare senza paletti ideologici». In Campania, l’unica centrale elettronucleare è quella del Garigliano, nel comune di Sessa Aurunca. Inaugurata il primo giugno 1964, chiuse il primo marzo 1982 dopo un guasto ad un generatore di vapore. Da allora è in uno stato di abbandono ed è continuo oggetto di polemiche da parte degli ambientalisti. Dal canto suo, il Pd sostiene che il piano del governo prevedrebbe in Campania due centrali, alla foce del Sele e la stessa del Garigliano, e chiede, tramite l’europarlamentare Andrea Cozzolino, chiarezza alla giunta regionale sulla sua posizione sul nucleare.
Antonio Averaimo