Il mercato coperto. Una storia infinita che sembra perdersi tra carte e burocrazia che va avanti da oltre un anno. E’ noto ormai che esiste un contenzioso tra il Comune e la Sicam la ditta che ha avuto in gestione la struttura per diverse motivazioni, e che a sua volta coinvolge una terza società che gestisce il parcheggio sotterraneo del mercato coperto. Un contenzioso che almeno per ora, almeno nelle aule di tribunale sembra andare a favore delle società che gestiscono le strutture. ” La Sicam – dichiara l’amministratore Ugo Di Paolo – non è mai stata morosa, e per tutto l’anno 2010, ovvero sino a quando il comune non è rientrato in possesso della struttura, in seguito a due accessi uno nel mese di luglio e l’altro nel mese di settembre, la Sicam ha versato l’intero canone”. Il canone annuo a cui si fa riferimento è di 60 mila euro annui, che secondo quanto afferma l’amministratore della Sicam, sono stati versati all’ente comunale. Un’altra questione che ha portato il comune a sospendere l’accordo con la Sicam, è stata la contestazione di un abuso edilizio. ” Per quanto riguarda l’abuso edilizio – continua l’amministratore – anche tale questione non è chiarissima. L’abuso contestato riguarda l’abbattimento di un muro, ma il verbale firmato durante l’accesso, dai tecnici doveva essere verificato, perché del mercato coperto non si hanno i riscontri al catasto, di conseguenza non è nemmeno chiaro se l’abbattimento di quel muro è un abuso o meno”. La questione è alquanto spinosa e sicuramente bisogna attendere la sentenza di merito che avverrà a luglio. Bisogna però sottolineare che gli abusi contestati nel giugno 2009, sono oggetto di un ricorso al Capo dello Stato il quale accoglie la richiesta della Sicam di sospendere l’ordinanza di demolizione per gli abusi stessi, e quindi la Sicam stesa impugna dinanzi al Consiglio di Stato l’ordinanza rigettata dal Tar in merito agli abusi stessi. Ed è proprio di questo ricorso che si attendono gli esiti. La questione burocratica però non si ferma qui, anche la società che gestisce l’autorimessa, la CMR è vittima di un procedimento burocratico avviato dal Comune. Alla CMR viene notificata un ordinanza di chiusura dell’autorimessa per la mancanza di certificazioni antincendio. Vi è da dire che il Comune gestiva tale garage, prima di CMR, e pare che l’ultimo certificato antincendio sia scaduto nell’aprile 2006. Quindi dal 2006 dal 2010 ci sarebbe stato un vero e proprio vuoto. Nei vari gradi di giudizio, dal Tar sino al Consiglio di Stato vengono sospese le ordinanze di chiusura e rigettata l’impugnazione fatta dal Comune dai giudici di Palazzo Spada. E sarà proprio il Consiglio di Stato, lo scorso 15 marzo a dare definitivamente torto al Comune, nel procedimento contro la società che gestisce l’autorimessa, condannandolo anche al pagamento delle spese legali. La questione però non pare essere risolta perché sembrerebbe che attraverso un procedimento avviato dal Suap finalizzato alla dichiarazione di inefficacia della Dia( denuncia inizio attività) sia stata notificata una nuova ordinanza di chiusura. La situazione è complessa e per ora i giudici hanno dato il più delle volte ragione alla Sicam, ma le sentenze possono essere ribaltate nei gradi di giudizio superiori.