Un corso di politica ed amministrazione. Cosa ci inventiamo, e quali sono gli obiettivi e gli ambiti nei quali ci si vuole avventurare? Quali le motivazioni che hanno suggerito la concezione e la realizzazione di questo corso?
Da tempo presso la nostra Associazione, ed in generale a seguito di numerosi incontri con altre realtà come la nostra e negli ambiti applicativi più svariati, ci siamo interrogati e confrontati sui grandi temi della politica e dell’economia, non disgiunti da quello che sembra essere il tema dominante oggi: la questione morale.
Il bisogno nasce dall’esistenza di una classe politica e di amministratori locali da cui ormai spesso non ci sentiamo rappresentati; non è il caso qui di riferirsi a un “cahiers de doléances”, che sarebbe lungo da scorrere: ai nostri occhi appaiono in buona parte mediocri, sotto il profilo delle competenze e sotto quello dell’etica politica.
In larga misura animati dall’ambizione di conquista delle poltrone con cui garantirsi potere, benessere e privilegi.
Davanti a questo, scenario quasi sempre ci troviamo di fronte ad una cittadinanza rinunciataria, non partecipe e scoraggiata.
L’incultura, e con essa la scarsa capacità critica, ha fatto il resto: personaggi politici che stanno calpestando le più elementari norme di etica politica sono osannati dalle piazze e si fa davvero fatica, davanti a posizioni espresse da giornali di parte e giornalisti senza deontologia professionale, a mantenere una sufficiente capacità di giudizio critico e di rispetto della verità.
La conseguenza, meglio una delle conseguenze, è rappresentata dallo spettacolo di generazioni di giovani e giovanissimi totalmente latitanti, fatte salve rare esperienze associative.
Le ragioni di questo disinteresse diffuso, naturalmente, sono riferibili a cause diverse, ma tra le prime va considerata la scarsissima credibilità dei nostri demagoghi.
Per questo si avverte la necessità, anzi quasi l’impellenza di ripartire daccapo: imparare a riscoprire o ripensare i valori più alti della politica, della sua funzione sociale altamente meritoria, quando espressa alla collettività con competenza e spirito di servizio. E imparare a riscoprire la dignità di cittadini di un paese veramente democratico, dove l’uguaglianza di tutti davanti alla legge e il rispetto delle norme che guidano la nostra convivenza sia garanzia di diritti sperimentati e non soltanto annunciati.
Con il presente corso di lezioni ma e che preferiamo definire “dialogo tra cittadini” ci proponiamo di favorire nei giovani (e non più giovani) della nostra città una sorta di socializzazione alla politica, di ritrovato interesse e partecipazione alla cosa pubblica ed eventualmente, per ché no, contribuire a formare la nuova classe dirigente politica- amministrativa.
Come altrimenti ripensare il nostro rapporto con la politica se non partendo dallo studio, seppure sommario e non esaustivo, della nostra Costituzione? In essa i padri costituenti hanno consegnato alle generazioni future gli alti valori di libertà e giustizia per i quali avevano combattuto e le linee guida che avrebbero dovuto reggere i rapporti dei cittadini con lo Stato e dei diversi poteri all’interno dello Stato stesso. “Siamo persuasi che qualche nozione di storia e diritto costituzionali sia bagaglio che ogni cittadino di uno Stato democratico debba portare con sé”, scrive Norberto Bobbio nella sua “Introduzione alla Costituzione”.
Nel prossimo mese ci saranno quattro incontri con protagonisti della vita civile su un argomento tanto delicato quanto attuale: La Costituzione. Definiamo questo incontro come “base” per iniziare un percorso che, sulle orme di quanto già fatto da Padre Bartolomeo Sorge, ci porterà a discutere dal prossimo autunno tanto di Europa, quanto di rapporti tra Stato e Chiesa, federalismo fino a distinguere tra una “determina ed una “delibera”.
Un tentativo di ripartire daccapo, dalle radici. Un tentativo. Noi ci crediamo.
L’associazione “Città Viva”