Dopo il “limone mutante” la “pesca burlona”

Ebbene si, cari lettori de “il Gazzettino Vesuviano”, dopo il famigerato caso del “limone mutante”, che lo scorso novembre 2010 destò grande meraviglia nella martoriata terra delle discariche vesuviane, è il turno della “pesca burlona”.

Burlona perché questo frutto è proprio uno scherzo, non della natura ma della nostra redazione che ha voluto provocatoriamente testare il grado di impressione che una notizia fasulla può avere su un popolo che ha paura per la propria salute.

Uno scherzo che vuole essere anche un richiamo alla serietà scientifica, affinché venga detta tutta la verità sulla pericolosità delle discariche vesuviane, perché i cittadini hanno il dovere di essere informati con serietà, rigore ed onestà.

Il “frutto deforme” che vi abbiamo mostrato e che tanta impressione ha destato, non è altro che una delle più gustose, pregiate e rare varietà di pesca (Prunus persica) coltivata quasi esclusivamente sul vulcano Etna, ma che trova una sua piccola nicchia anche tra le lave vesuviane. Conosciuta come “pesca tabacchiera” – nome che trae origine dalla particolare forma schiacciata del frutto che ricorda le tabacchiere, piccole scatole che un tempo venivano usate per conservare il tabacco da fiuto – si tratta di una cultivar eccezionalmente profumata e gustosa, dalla polpa dolce e morbida e dal nocciolo piccolo, che fa parte del progetto “Presidii di Slow Food” per il recupero e la salvaguardia delle piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall’agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall’omologazione. Insomma la pesca tabacchiera, più che una mostruosità, è una vera e propria leccornia assolutamente da provare.

Questa burla estiva vuole anche far riflettere sulla straordinaria opportunità offerta da una terra prospera e sana come quella vesuviana. Una terra che per secoli, insieme al pescoso mare del golfo di Napoli, ha fornito tutto il necessario per vivere con dignità ai cittadini vesuviani. Una terra come questa, capace di regalare la pesca tabacchiera, il pomodorino del piennolo, le albicocche crisommole, il vitigno lacryma christi e tante altre prelibatezze, non merita di essere sepolta nei rifiuti di una società che non sa governarsi.

Ferdinando Fontanella

 

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