L’ex giudice Michele Del Gaudio ha presentato il 4 agosto al Prefetto di Napoli ed al Procuratore della Repubblica di Torre Annunziata un’istanza per un eventuale scioglimento del Consiglio comunale di Torre Annunziata. Ha poi reso pubblico l’appello pubblicandolo sul proprio profilo Facebook. Il magistrato, tuttora una personalità ammirata in città, mette in dubbio che le vicende che hanno caratterizzato la vita amministrativa cittadina negli ultimi anni, siano trasparenti e chiare. In particolare chiede di indagare su parentele e conoscenze “sospette” tra gli eletti e noti esponenti della criminalità organizzata locale. Tutto nasce dalla revoca dell’incarico al dirigente dell’ufficio tecnico, l’ingegnere Bruno Orrico, revoca che secondo Del Gaudio non è stata adeguatamente motivata. Viene prima ricapitolato il quadro politico dell’ultima decina di anni, per poi soffermarsi sugli avvenimenti dell’ultimo periodo: “le improvvise dimissioni del consigliere comunale Raffaele Polimeno, eletto pochi giorni prima, passate inosservate in consiglio e giunta, nonostante si vociferasse di intimidazioni rivolte alla sua famiglia con lo scopo di consentire il subentro del primo dei non eletti, Domenico De Vito; le minacce al consigliere Pierpaolo Telese; lo scoppio di un grosso petardo davanti al negozio di Rosario Piscitiello, fondatore del Comitato Cittadini Torresi, la sera di una manifestazione contro la giunta; il ritiro dal Partito Democratico di numerosi torresi che in un primo tempo ci avevano creduto, soprattutto per l’arroganza e l’aggressività nel corso delle riunioni; la fuoriuscita del consigliere Cirillo dal partito di Alfieri, punita dallo stesso con una violenta aggressione fisica; le scandalose primarie del PD, con la partecipazione di pregiudicati e persone implicate nella successiva operazione anticamorra denominata “Alta marea”; la nomina del commissario On. Aldo Cennano, di indubbie capacità ed onestà; l’allontanamento di Iapicca dal PD; l’uscita dalla giunta di interi partiti, come Rifondazione Comunista e Italia dei Valori; la costituzione di un gruppo consiliare diverso da parte di eletti nel DS-PD; le dimissioni di quasi tutti gli assessori man mano nominati, ad eccezione di Alfieri e Solimeno; la candidatura di quest’ultimo alla Provincia, le dimissioni di Cennamo per incompatibilità con l’ambiente dominante nel Partito democratico e nella maggioranza consiliare; il ritorno in auge di Donadio, che di sicuro non aveva appoggiato il repulisti di Cennamo; l’intimidazione del giornalista Gianluca De Martino, autore di articoli coraggiosi, a volte irriverenti verso l’amministrazione; le dimissioni del segretario comunale, dott.ssa Carmosino, ritirate non prima di aver lanciato pesanti accuse attraverso i giornali; su cui intanto si leggono intercettazioni che collegano consiglieri comunali con il consigliere regionale Conte, arrestato per camorra.”
L’ex magistrato tocca tutti i punti chiave degli equilibri cittadini: i rapporti tra malavita, chiesa, politica, imprese, riportando con dovizia di particolari anche stralci di verbali di interrogatori resi pubblici.
Resta da vedere come si evolveranno le cose, se il Prefetto ed il Procuratore riterranno opportuno agire per indagare e scoprire quanto le realistiche supposizioni dell’ex giudice Del Gaudio siano fondate: “Magistratura e forze dell’ordine hanno costretto nell’angolo la camorra violenta, dedita alla droga, al racket, all’usura, a furti, rapine, omicidi… la politica e la società non hanno saputo fare altrettanto contro la criminalità in giacca e cravatta. Le finanze locali, le opere pubbliche sono invece bottini che si possono ancora depredare; è più difficile la prova, il corrotto e il corruttore sono complici, il potenziale denunciante spesso è in contiguità con colui che dovrebbe denunciare; anch’egli ne trae un vantaggio, per quanto a volte miserevole come valore e come dignità”.
Anna Bottone