Le rovine di Pompei e il più grande architetto del novecento, Le Corbusier, protagonisti del dibattito su “Pompei 1911. Le Corbusier e l’origine della casa” che si è tenuto nella sala consiliare di Palazzo De Fusco il 14 ottobre alle 18.30, ispirato all’omonimo libro di Alfonso Mattia Berritto. A discutere dell’opera insieme all’autore, Agostino Ingenito, moderatore della serata e cronista del Mattino, e Giovanni Cosenza, della casa editrice Clean, che hanno ricordato il viaggio dell’ architetto svizzero, appena ventiquattrenne, in Oriente, dalla Turchia alla Grecia fino all’Italia, come era consuetudine degli intellettuali dell’epoca. Nell’ambito di tale tour, tappa fondamentale fu senz’altro Pompei, che secondo il Professor Cherubino Gambardella, docente della SUN, divenne strumento di ispirazione fertile e non pedissequa per Le Corbusier, come testimoniato dai numerosi e vivaci schizzi che accompagnarono le sue passeggiate tra le vestigia romane e che corredano il testo. Memorabili sono, del resto, non solo i disegni ma anche le sue descrizioni del Foro e delle domus, dalla casa delle Nozze d’Argento a quella del Poeta Tragico, che grande importanza avranno per i progetti e le costruzioni di Le Corbusier stesso; basti pensare alle abitazioni munite di patio o alle relative considerazioni sulla luce del Mediterraneo, definito culla della nuova architettura. Proprio da questa fascinazione epica dell’artista elvetico prende le mosse l’analisi dell’autore, Alfonso Maria Berritto, ricercatore della SUN, il quale ripercorre i momenti più significativi del viaggio di Le Corbusier, a distanza di un secolo dal suo compimento. Il giovane svizzero soggiornò, infatti, dal 9 al 13 ottobre 1911 all’hotel del Sole, in quel tempo ubicato di fronte all’ingresso di piazza Anfiteatro, in una Pompei che non era ancora un comune autonomo, pur avendo ormai un importante Santuario ed essendo in piena espansione urbanistica. Qui Le Corbusier si lasciò ammaliare da un elemento in particolare: le case dei romani, esperienza fondante della sua poetica architettonica che ancora influenza il mondo dell’arte moderna, confermando Pompei eterna musa del’Arte per coloro che sanno guardarla con occhio incantato e così reinventarla nel presente.
Claudia Malafronte