Scafati, il consigliere De Marino prepara querela per Renzo Arbore

Sono ormai passati cento anni dalla nascita di Roberto Murolo. Nonostante sia stato uno dei fautori della rinascita della musica napoletana del secondo dopoguerra,molti sono i dibattiti riguardanti le sue memorie e le sue eredità. Angosciato l’amico/chitarrista dello chansonnier napoletano, Espedito De Marino, per 16 anni al suo fianco, dal 1987 al 2003 anche se il primo incontro risale al 1982  attraverso il M.stro Eduardo Caliendo e poi nel 1984 in occasione di “Naiv Natale” a Scafati.

“E’ deplorevole, dichiara De Marino (anche Consigliere Comunale a Scafati (SA), dove con Murolo il 7/11/1999 ha ideato la “Scuola della Canzone Napoletana, Roberto Murolo – Citta’ di Scafati”) quanto accade.

Lo avevo previsto e scritto nei miei due libri su Murolo: “Uno Stradivari Napoletano” A. Sacco Edizioni e “Roberto Murolo, na voce e na chitarra” Edizioni Albatros.

Murolo è patrimonio dell’Umanita’,tuona De Marino, proporro’ all’UNESCO di preservare le sue opere, i suoi scritti, le sue memorie, i suoi “cimeli” e candido la mia citta’ Scafati che centinaia di volte ha ospitato Murolo (Tutto filmato, fotografato, documentato) quale luogo deputato a promuovere l’arte Muroliana, a divulgare 127 anni di Canzoni e poesie, da Ernesto a Roberto Murolo (dal 1876 al 2003).

Anche il grande Nunzio Gallo ebbe a dire in una sera d’estate del 1999 ad Angri (Sa), presso il meraviglioso Castello Doria durante un “Laboratorio di studi e ricerche sulla canzone napoletana” tenuto insieme a Murolo, Aurelio Fierro, De Marino ed altri: “Farete in Provincia cio’ che non siamo riusciti a fare noi a Napoli”. Sembrava presagire quanto fosse accaduto qualche tempo dopo. Ad esempio la lapide posta qualche settimana fa’ dinanzi Casa Murolo in Via Cimarosa, al Vomero, occasione gradita e promossa solo da pochi amici in festa cari alle Istituzioni Partenopee in barba a cio’ che erano i sentimenti amicali di Murolo che avrebbe certamente gradito anche la sua gente, oppure le “vanità ripugnanti” sottese nell’intervista rilasciata dal Dott. Arbore il 23/2/2012 a Repubblica – Napoli, quando all’ultima domanda del giornalista Antonio Tricomi relativa a chi fossero i veri amici di Murolo risponde: “Io, Peppino Di Capri, Enzo Gragnaniello e l’imprenditore Gaetano Altieri”. Qui De Marino non ci ha visto piu’ ed ha deciso di ribellarsi con documenti e centinaia di filmati e documentate serate e concerti tenuti in tutta Italia. “Smascherero’ queste bugie e sul piano Etico professionale quanto nelle idonee sedi, non esitero’ a valutare con alcuni legali la opportunita’ di denunciare Renzo Arbore”. Ora basta con “Falsi storici” ristabiliamo la verita’ (almeno quella umana ed artistica) di Murolo. Arbore mente sapendo di mentire, sa bene che attorno a Murolo c’erano altri artisti, i giudici stabiliranno il livello professionale ed umano di costoro. C’ero io, Peppe Viola, Mario Maglione, Austin Forte, Ciro Sebastianelli, Angelo Fiore,…..Forse non “Visibili” come lui perche’ sorretto dai media ma di grande spessore e sicuramente piu’ votati al Maestro. Murolo è il depositario di quell’arte antica che era dello “Chansonnier napoletano” (Voce e chitarra), quello di “Scalinatella” – Sarra’ chi sa” – “O Ciucciariello”, ecc….Non certamente (o non solo) quello dal 91/92 in poi. E’ quel segmento della musica che si rifa’ all’Epoca d’Oro della canzone napoletana, dal 1839 con Te Voglio Bene Assaye) e della napoletanita’ che Murolo esaltava e promuoveva e che soprattutto intendeva trasferire alle future generazioni e ne ho (e gelosamente ne conservo) le prove. Il Murolo da presentare nelle scuole, da divulgare fra i giovani non è quello di Sanremo (o non solo), non è da ricercare negli atteggiamenti moderni (o non solo) ma da riscoprire in quei “Valori” intrinsechi delle stesse canzoni che egli amava cantare anche dopo cena con gli “AMICI”. Ugo Sannino, suo manager deceduto nel 1994 mi raccontava che Murolo, per preservare l’Anima, aveva deciso di donare i suoi beni alla Chiesa Cattolica ed in modo speciale ai Salesiani del Vomero. Ed allora io faccio un appello ai presunti Eredi, a tutti coloro i quali attendono la tanto contesa eredita’, rinunciate in favore di un “fondo” (controllato da una Istituzione super partes al di sopra di ogni sospetto) atto a promuovere quei talenti in difficolta’ economica, a formare nuovi artisti e Ambasciatori della Canzone napoletana nel mondo, allora rendereste un vero servigio all’Arte Muroliana e rendereste omaggio al grande Maestro nella sua maniera, in Spirito Cristiano e soprattutto solidale. Solo cosi potra’ riposare in pace”.

Aniello Danilo Memoli 

 

 

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